Migranti

Interrogazione di Fanelli al Governatore sul Cpr da realizzare in Molise

Qual è la vera intenzione della Giunta regionale del Molise e del Presidente Roberti sulla possibilità di costruire, anche in Molise, un Centro di permanenza per i rimpatri (Cpr), così come proposto dal Governo nazionale?”. A chiederlo è Micaela Fanelli, capogruppo Pd in Consiglio regionale, che ha depositato una interrogazione in Consiglio Regionale dopo le dichiarazioni rilasciate del Presidente Roberti e del Senatore Della Porta. “Il primo, sostanzialmente, ha preso tempo in attesa dell’incontro con il Ministro dell’Interno, mentre il secondo è apparso più possibilista, affermando che ‘il Molise farà la sua parte – dichiara Fanelli – ma come, dove e di concerto con chi non è ancora dato sapere, mentre cresce tra la popolazione il timore per la concentrazione dei migranti in poche o in una singola struttura, dove potranno essere trattenuti fino a 18 mesi”.

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Fanelli chiede a Roberti di riferire con urgenza in Consiglio Regionale la vera intenzione della Giunta Regionale del Molise sulla volontà di costruire un Cpr sul territorio molisano, e “se si ha l’intenzione di istituire un tavolo di concertazione con la Prefettura, le Forze dell’Ordine, i Sindaci, Anci, Ali, le associazioni, i comitati operanti nel sociale e il partenariato per condividere e non subire ogni decisione in merito. Perché il Molise resta e resterà terra di accoglienza per tutti coloro che fuggono dalle guerre e dalla fame, ma sempre nel rispetto dei diritti umani e dell’esigenza di sicurezza della popolazione”.

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Qundi la consigliera spiega le proposte già avanzate dal Pd in ordine ad una riforma del Regolamento di Dublino che blocca i richiedenti asilo nel primo Paese di arrivo, spesso l’Italia, assicurando una condivisione obbligatoria dell’accoglienza tra tutti i Paesi Ue, dando quindi il via a un contrasto generalizzato del traffico di esseri umani attraverso l’intensificazione di un’azione repressiva di carattere internazionale e soprattutto aprendo nuovi canali d’ingresso legali a tutti i Paesi Ue, sia per chi cerca protezione internazionale, sia per chi migra in cerca di lavoro.

“Imprescindibile, poi, – aggiunge – un grande piano per l’accoglienza diffusa di concerto con i sindaci e le amministrazioni comunali al fine di evitare grandi concentrazioni di persone accolte in poche singole strutture e in poche città e la necessità di una Legge quadro sull’immigrazione che sostituisca la Bossi-Fini, fondata sull’immigrazione legale con canali d’accesso legali, potenziamento dei corridoi umanitari, realizzazione di un grande piano nazionale per l’Integrazione.

Infine, la Piena applicazione della cosiddetta ‘Legge Zampa’ riguardante i minori non accompagnati con risorse e personale forniti ai Comuni per la gestione di un fenomeno molto complesso rispetto a cui va ribadita e rinnovata la responsabilità diretta dello Stato che deve garantire la prima accoglienza.

Dunque, accoglienza si, ma attraverso corretti, diffusi e concertati modelli di ospitalità, che rispettino tutti i diritti dei migranti e delle popolazioni ospitanti, coinvolgendo sin da subito le amministrazioni comunali, le associazioni di cittadini, il partenariato regionale.

Non dobbiamo opporci all’accoglienza, ma dobbiamo pretendere rispetto condividendo le informazioni e soprattutto le scelte con i territori interessati. Ce lo chiede la legge, ce lo impone la nostra coscienza, la nostra storia di terra ospitale e solidale”.

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