La Procura della Repubblica di Sulmona ha aperto un fascicolo d’inchiesta contro ignoti ipotizzando l’omicidio colposo in relazione alla morte di Antonio Di Lollo, imbianchino di Roccaravindola (Isernia) deceduto nel pomeriggio di ieri a Castel di Sangro, in Abruzzo.
Secondo la prima e ancora provvisoria ricostruzione il 47enne che intorno alle 14 si trovava in un cestello per tinteggiare la facciata esterna di un capannone avrebbe sfiorato i fili dell’alta tensione restando folgorato. In particolare le indagini della magistratura si starebbero concentrando proprio sulla posizione dei fili dell’alta tensione, posti molto vicino all’azienda dove stata lavorando la vittima, che lascia la compagna e una figlia di 11 anni. Antonio Di Lollo era titolare di una piccola impresa di tinteggiatura e stava ristrutturando, sospeso dentro un cestello, la facciata della struttura dove si producono conserve di pomodoro.
I soccorsi sanitari del 118 hanno sono stati inutili. Anche l’elicottero, allertato dalla centrale operativa, si è alzato in volo ma è tornato alla base perchè i sanitari hanno constatato subito il decesso.
La salma resta a disposizione dell’autorità giudiziaria che nelle prossime ore deciderà per l’autopsia. Sul luogo della tragedia sono arrivati i familiari, accompagnati da un avvocato. “Non ho parole. Bisogna capire com’è andata”, le parole del padre di Di Lollo, sotto choc e in preda al dolore.
Tra i primi a raggiungere il cantiere dove si è verificato il tragico incidente il sindaco di Castel Di Sangro Angelo Caruso. “Mi sono precipitato sul posto con la speranza di poter essere d’aiuto. E’ stato terribile constatare la morte di un giovane padre di famiglia che stava lavorando. L’ennesima tragedia che questa volta ci tocca direttamente”.
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