La nota della procura di isernia

Tragedia vicino al ponte tibetano di Roccamandolfi, area sotto sequestro. S’indaga per omicidio colposo

La Procura di Isernia ha disposto il sequestro dell'area di accesso al ponte di Roccamandolfi molto frequentato dagli escursionisti. Il sentiero, attraversato anche dalla 32enne precipitata in un dirupo domenica scorsa e morta a causa della caduta, è "per esperti". Ma il procuratore vuole vederci chiaro e ha disposto ulteriori accertamenti sulla zona per comprendere le reali condizioni di percorribilità. Domani a Nocera Inferiore l'ultimo saluto ad Elia Caroccia che era in vacanza in Molise.

L’area attorno al ponte tibetano di Roccamandolfi, dove domenica 20 agosto ha perso la vita una 32enne precipitando in un dirupo, è sotto sequestro. Il provvedimento è stato disposto dalla Procura di Isernia al fine di accertare le reali condizioni di sicurezza e percorribilità di una stradina di montagna molto battuta da turisti ed escursionisti, specie in questo periodo di ferie d’agosto.

Non sono concluse le indagini sulla morte di Elia Caroccia, la donna di Nocera Inferiore che stava trascorrendo qualche giorno di vacanza in Molise. Domani alle ore 13 nella chiesta di San Matteo Apostolo nel suo paese si svolgeranno i funerali.

Al momento non ci sono nomi sul registro degli indagati, l’ipotesi di reato è quella di omicidio colposo contro ignoti. Carlo Fucci, il capo della Procura pentra, ha riferito in una nota stampa di aver accertato che “in prossimità del suddetto ponte è collocato un cartello che indica il sentiero in questione come sentiero per esperti”.

Una indicazione che potrebbe non essere sufficiente ai fini della sicurezza dei tanti che vanno a visitare il ponte di Roccamandolfi percorrendo la strada fatta da Elia prima di scivolare per ottanta metri in una scarpata. E questo spiega anche perché Fucci ha ritenuto necessario “delegare al soccorso alpino della Finanza di Roccaraso una verifica tecnica delle condizioni di sicurezza esistenti e/o necessarie per la percorrenza del sentiero in parola per una completa ricostruzione della dinamica dell’evento. A tal fine – leggiamo ancora nella nota del procuratore – ho disposto nei giorni scorsi il sequestro dell’area interessata, eseguito dai carabinieri di  Cantalupo e notificato al Comune di Roccamandolfi (ente proprietario dell’area). Il predetto sequestro si è reso necessario per consentire le operazioni tecniche suddette, contemporaneamente evita di fatto, almeno sino all’espletamento degli accertamenti delegati, la percorrenza del sentiero in condizioni che allo stato non è dato sapere con certezza se siano quelle sufficienti ai fini della sua ‘sicura’ percorribilità”.

Intanto la salma di Elia è tornata a casa. Non c’è stata nessuna autopsia, come in un primo momento riferito, ma solamente una ispezione cadaverica sufficiente a verificare le cause del decesso legate alla terribile caduta della ragazza trovata senza vita dai soccorritori giunti in questa area impervia e dalla fitta vegetazione con molte difficoltà. L’operazione è durata sei ore e neppure l’eliambulanza, arrivata in Molise da Pescara, è riuscita a raggiungere il punto della tragedia. Sono stati gli uomini del Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico del Molise a recuperare il corpo della 32enne trasferito all’ospedale di Isernia senza che sia sia potuto fare nulla per strapparla alla morte.

“L’altro ieri ed ieri – ha scritto la Procura di Isernia – si sono svolte le operazioni tecniche relative all’ispezione cadaverica che avevo disposto dopo aver iscritto la notizia di reato, a carico di ignoti, di omicidio colposo. Non si è ravvisata, da parte del C.T. nominato da questo Ufficio, la necessità dell’autopsia per verificare le cause del decesso. Le attività di indagine sono state delegate ai C. C. della Stazione di Cantalupo, e si stanno sviluppando principalmente attraverso l’escussione di persone informate sui fatti, rilievi video/fotografici del luogo del sinistro, sequestro del telefono cellulare della giovane deceduta, verifica delle dotazioni (tipologia di scarpe ecc…) dell’escursionista al momento del fatto”.

Il giorno successivo al recupero del corpo di Elia gli uomini del Cnsas si sono calati nuovamente nel dirupo per recuperare gli oggetti personali della ragazza. Elementi dirimenti per spiegare alcuni punti non ancora chiari della tragedia potrebbero arrivare proprio da questa seconda discesa. 

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