Si parte in ritardo sulla tabella di marcia: alle 9 e 45 il Miante molla l’ancora col capitano Angelo Ardò al timone. San Basso, issato in retromarcia, è al sicuro sulla seconda tolda di comando del motopeschereccio.
La prefetta di Campobasso, tailleur verde smeraldo di lino, perfetta. Approva ache la signora Antonietta (la capitana) che cerca di impedire l’ingresso sulla barca di famiglia a donne in pantoloncini. Inutile. Fa troppo caldo per outfit castigati.
Mentre di sparla delle gambe scoperte delle donne, gli uomini (in divisa o in cravatta) soffrono le pene dell’inferno. Salvatore Micone, neo assessore al Turismo della Regione, sopporta stoico. Quando lo cambiano il dress code di San Basso?
Il capitano non molla nemmeno per un attimo il comando. Ordine e disciplina, prima di tutto.
I ragazzi del Miante intonano cori con l’immancabile W San Basso. Aspettando l’apertura del buffet…
Mentre Serena, la figlia più giovane dell’armatore, fornisce dimostrazione di doti ginniche arrampicandosi sul punto più alto per immortalare la corona d’alloro in onore dei caduti in mare. “Scimmietta…” sussurra una signora che vorrebbe tanto imitarla, ma ha troppi dubbi sulla propria agilità.
Passa il Nuovo saturno, con a bordo le autorità, in abiti decisamente più informale. Uno dal Miante saluta: “Ciao poveri”
Intanto Flavia, la mascotte del Miante (e nipote del Capitano) chiede alla mamma il consenso per fare un selfie da pubblicare sul giornale. Altro che Chiara Ferragni.
Oggi più sindaco o presidente della Regione Molise? Francesco Roberti non ha dubbi: “Questa è casa mia, al di là di ogni ruolo”. Relax, finalmente. Con una birra ghiacciata, che ci sta proprio oggi, bollino rosso sulla provincia di Campobasso. Serve Michele Cocomazzi
Al buffet invece c’è Primiano Bavota. Proprio lui, nel ruolo di gran maestro di cerimonie. Sistema, sporziona, fa passare i finger food di cruditè e e tartare di tonno. Stappa bottiglie di prosecco come se non ci fosse un domani.
Si alzano calici (per dire, ovviamente sono bicchieri di plastica, non siamo sul mega yacht dell’emiro) brindando al patrono, al mare, ai termolesi. Francesco Ardò guarda soddisfato le facce soddisfatte che degustano un pesce freschissimo. Non a caso si chiama Boutique del Pesce, solo alta gamma.
Mamma Antonietta guarda il mare, non vede l’ora di arrivare. “Soffro il mal di mare” confessa. Ma tiene botta, è una vera comandante. Senza di lei non sarebbe la stessa cosa, e qua lo sanno tutti.
Alla fine, complice un filino d’alcol, tutti sono rilassati. Perfino don Gabriele Mascilongo, l’insostituibile e intramontabile parroco della Cattedrale, che rivece dal sindaco la fascia tricolore ripiegata.
Che ci devo fare? “Tiè, sceglilo tu il sindaco d Terml”. Momento verace. Risate. Si alzano gli smartphone.
A pochi metri di distanza il vice non vuole commentare. Scaramanzia? “Aspettiamo lunedì”. Giorno in cui la fascia tricolore passa a lui, Enzo Ferrazzano. Intanto sorride.
Signori, si scende. E’ stato bellissimo. Banda, musica, piazzale del porto in tripudio, sventolio di bandier(in)e e applausi. Si chiude con l’Inno di Mameli. Un ragazzo domanda: “Che c’azzecca fratelli d’Italia?”. Rispode un signore in canotta very Termoli: “W San Basso”. Andata.
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