La serata

‘Nduccio a Guardialfiera, fra lo scoppiettare del suo spettacolo, impartisce una lezione di Letteratura Italiana e di fede cristiana

‘Nduccio – il comico, il cabarettista abruzzese nel mondo, l’attore arguto scoppiettante e frizzante – il 12 agosto ha spiazzato la folla a Guardialfiera oltre che per gli effetti esaltanti, travolgenti della sua arte – lo ha preso in contropiede dando una lezione di Letteratura Italiana.

Ha magnetizzato gli spettatori parlando loro di un guardiese, di Francesco Jovine e di trovarsi qui nel suo paese, nel suo ambiente leggendario, in mezzo alla sua gente senza retorica, ma ripiena d’amore e simpatia.

Offre spunti di semi, sparsi nell’aria che fanno fiorire, poeticamente, un’altra realtà, rispetto a quella d’una civiltà traviata. Dal palco egli dice infatti che, fra le tante sconcezze umane, qui è rimasto l’animo immutato e bello dello scrittore. E’ ravvivato qui un riflesso dorato, candido e festoso di un mondo ancora sano.

Dopo lo spettacolo ‘Nduccio ha desiderato recarsi alla sua casa natale dello Scrittore e chinarsi anche davanti alla “Porta del Perdono”, quella della Misericordia di Dio, dispensata all’umanità per la prima volta a Guardialfiera dal Pontefice Leone IX, il Papa camminatore giunto esausto, ma osannato qui nell’anno 1053, per inventarsi, incredibilmente, la prima forma di Indulgenze Plenarie, quelle che consentono ai fedeli, la trasvolata diretta dall’umano alla perfetta armonia del cielo.
vds

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