Il giorno dopo

Decine di ettari del Monte sopra Venafro divorati dalle fiamme. “Uno scempio che fa rabbia, trovare la mano criminale”

Nella parte più vicina alle case il rogo è stato domato ma si lavora con due canadair e un elicottero per spegnere le fiamme a monte. L'ipotesi del dolo è molto forte, tanto che il sindaco Ricci chiede condanne esemplari e risarcimento

Dopo oltre 12 ore di lavoro non è ancora completamente spento il vasto incendio che da ieri sera ha mandato in fumo circa 16 ettari del Monte Santa Croce a Venafro. I vigili del fuoco che da ieri sera hanno operato con ben sei squadre in collaborazione con la Protezione Civile, sono riusciti a isolare e bonificare una parte del rogo mentre un altro versante brucia ancora nella mattinata odierna.

Dall’alba le squadre da terra sono coadiuvate da un elicottero arrivato da Pescara e da due canadair da Ciampino. In particolare i mezzi aerei sono fondamentali per spegnere le fiamme in alta montagna.

Ieri sera si è temuto il peggio, tanto che le fiamme hanno lambito le case e persino Castello Pandone, mentre al momento non è stato interessato il Parco dell’olivo.

“Da stamattina presto, appena è stato possibile – conferma via Facebook il sindaco Alfredo Ricci – sono intervenuti mezzi aerei di Protezione civile regionale e Vigili del Fuoco. Attualmente stanno operando due canadair e un elicottero, prevalentemente nella parte alta dell’incendio. La situazione nella parte bassa, invece, è stata sostanzialmente risolta grazie al lavoro delle squadre intervenute da terra nella nottata. Davvero voglio ringraziare tutti gli operatori dei Vigili del Fuoco e in genere della catena della protezione civile che da ieri incessantemente e professionalmente si stanno adoperando per domare l’incendio
Il quadro della nostra montagna è purtroppo quello di uno scempio che fa rabbia e male al cuore. Se, come tutti crediamo, dietro c’è la mano criminale dell’uomo, come Comune siamo pronti a costituirci parte civile per chiedere condanne esemplari e il risarcimento di tutti i danni“.

Il fuoco si è sviluppato da un’area di sterpaglie sul monte Santa Croce che domina la città di Venafro da subito è nata quindi l’ipotesi che ci possa essere la mano dell’uomo dietro questo devastante incendio. Duro era stato già ieri il commento rilasciato su Facebook dal sindaco di Conca Casale Riccardo Prete, allarmato perché le fiamme si stavano dirigendo proprio verso il territorio da lui amministrato.

L’auspicio è che il criminale che ha appiccato l’incendio possa essere individuato al più presto. L’invito finale è al legislatore affinché inasprisca le contromisure da mettere in campo in queste occasioni (perché è noto il perché di quanto accaduto e di cosa accadrà nei prossimi mesi e anni)”.

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