Consiglio comunale

Campobasso, la decadenza del sindaco slitta ancora e il centrodestra s’infiamma: “Gravina come Schettino”

Non è stata ancora dichiarata l’incompatibilità dopo l’elezione del sindaco a consigliere regionale. Scontro in aula. Per l'opposizione "Gravina pensa solo alla sua carriera politica". Il M5S si difende: “Abbiamo evitato il commissariamento” e "la legge è stata applicata alla lettera"

Slitta di altri dieci giorni la decadenza da sindaco di Roberto Gravina. Come noto, alle ultime elezioni regionali è stato eletto in Consiglio a Palazzo D’Aimmo sollevando la questione di incompatibilità con la sua carica da primo cittadino di Campobasso. La prima delibera a riguardo è arrivata lo scorso 27 luglio ma ad oggi non si è ancora preso atto della decisione: il 14 agosto scorso non c’era il numero legale sufficiente, oggi – 25 agosto – sono stati concessi ulteriori dieci giorni per le osservazioni dello stesso Gravina. Tutto a norma di legge.

Ma in aula è stato scontro politico. Le opposizioni hanno incalzato sui tempi “troppo dilatati, visto che a Termoli è accaduta la stessa cosa ma il vicesindaco ha preso il posto di Roberti già da qualche settimana”. Il documento è stato votato in pratica dalla sola maggioranza, con 17 voti favorevoli e due astenuti. Mentre le opposizioni hanno lasciato il Consiglio durante la votazione.

Consiglio comunale campobasso

“Questi ulteriori dieci giorni servono solo a voi per sistemare la giunta, magari per inserire anche qualche assessore esterno – attacca il capogruppo di Forza Italia Domenico Esposito –. Si è creata una situazione anacronistica. Speravo nelle sue determinazioni, assistiamo all’ennesima farsa. Gravina si sta comportando come Schettino, abbandona la nave ma vuole mantenere il ruolo”. Sul commissariamento il capogruppo dei Popolari Salvatore Colagiovanni è in disaccordo con il collega: “Il miglior commissario è peggio del peggior sindaco. Ma non si può andare avanti con questi sotterfugi, per noi da oggi inizia la campagna elettorale”.

Il succo della questione è che la facente funzioni, ovvero l’attuale vicesindaca Paola Felice, non ha ancora preso le funzioni da sindaco, il quale non ha fatto osservazioni, quindi il consiglio avrà altri dieci giorni per votare la decadenza. Il capogruppo della Lega Alberto Tramontano ritiene che la questione sia stata “trascinata a lungo, e questo è inopportuno. Gravina fa come Schettino per fare carriera politica. Doveva dimettersi, non è il male assoluto il commissariamento. Avete rinnegato tutto delle vostre battaglie, avete tradito la città di Campobasso assieme a Gravina”.

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Anche dal centrosinistra arrivano critiche. Antonio Battista, capogruppo della Sinistra per Campobasso, obietta “sui tempi che questo iter sta prendendo. Si pensava di accelerare i tempi per ridurre il disagio che si sta creando. E torno a invitare il sindaco a dimettersi da consigliere regionale per continuare da primo cittadino. Così lascia in mezzo al guado questa amministrazione”.

La replica della vicesindaca Felice non si è fatta attendere: “Noi avevamo proposto la data del 14 agosto in prima convocazione ma siamo andati incontro alle richieste della minoranza di rinviare la discussione, in particolare del consigliere Tramontano. Oggi meravigliarsi mi suona strano. I tempi che stiamo rispettando rispetto all’iter di decadenza sono fissati dal Tuel e il segretario lo sta portando avanti alla lettera. Non vogliamo tirarla per le lunghe, la struttura richiede competenze chiare, i poteri da vicesindaco sono sempre nel pieno delle funzioni, a prescindere dalla decadenza. Non vogliamo fare confusione, anzi”.

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