Dopo le nomine

Giunta regionale senza donne, Pd pronto a fare ricorso: “Illegittimo e gravissimo”

La consigliera Fanelli annuncia che si rivolgerà alla Commissione Pari opportunità dopo la nomina di una Giunta senza donne da parte di Roberti

La Giunta senza quote rosa scatena subito delle proteste. È il Partito Democratico a farsi sentire, sia a livello regionale che nazionale, annunciando persino ricorso alla Commissione Pari opportunità dopo la nomina di cinque assessori uomini da parte del presidente regionale Francesco Roberti.

“Nel Molise un governo regionale di soli uomini. Contro la storia, la legalità, la ragionevolezza. Contro ogni principio di realtà è di attenzione alla democrazia paritaria il centrodestra molisano ancora una volta cancella le donne dal governo. Nel silenzio della prima donna Presidente del consiglio. Noi non possiamo accettarlo e faremo ricorso” scrive Cecilia D’Elia, senatrice Pd e portavoce nazionale della conferenza delle democratiche.

Più marcato l’intervento della consigliera di minoranza in Regione, Micaela Fanelli. “Che nelle sue linee programmatiche il presidente Roberti non avesse sprecato nemmeno una parola per i diritti delle donne e per le politiche di genere non è stato un buon presagio. E quello che temevo si è poi subito verificato.

Il Governatore, fuori tempo massimo, ieri pomeriggio ha chiuso, infatti, la sua Giunta regionale composta da soli uomini, con nomine espressione di un retaggio medievale e di discriminazione.

Un esecutivo ancora una volta illegittimo perché in contrasto con gli articoli 122; 3; 51; 117 della Costituzione; con la Legge 165/2004 e soprattutto con l’articolo 6 dello Statuto della Regione Molise e con la Legge elettorale regionale che punta a favorire l’equilibrio di genere”.

Il riferimento è all’articolo 6 dello Statuto regionale che così recita: “La Regione opera per attuare la piena parità tra uomini e donne nella vita sociale, culturale ed economica. Promuove la parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive”.

Fanelli Primo consiglio regionale roberti

Inaccettabile e gravissimo che in Molise la storia sia destinata a ripetersi – prosegue Fanelli – con un esecutivo che già si è mostrato in totale continuità con la precedente Legislatura targata Donato Toma.

Ma la situazione è ora peggiore di prima dato che, con una premier donna al comando del Paese, lo stesso gruppo politico alla guida del Molise ha pensato bene di fare scelte in totale controtendenza non solo delle leggi, ma anche del suo stesso partito trainato proprio da una donna. Insomma, decisioni persino politicamente incomprensibili.

Perciò, dinanzi a una mancata rappresentazione di genere in Giunta chiediamo a tutti i soggetti che devono esercitare il proprio ruolo, a partire dalla Consigliera di Parità della Regione Molise, di esprimersi e agire dinanzi a questo ennesimo gesto di disprezzo di Roberti, contro il quale faremo ricorso e, insieme a tutte le donne che hanno condotto finora questa lotta di principio e di valore, impugneremo i provvedimenti di nomina.

Chiameremo chi vuole a unirsi alla battaglia. Singoli ed organizzazioni ci auguriamo mostrino tutto il loro sdegno.

Continuiamo a restare profondamente convinti che, soprattutto oggi, serva garantire il pieno esercizio dei diritti ed eliminare le disuguaglianze di tutti i tipi, a partire da quelle di genere.

Non possiamo rimanere inermi dinanzi a un treno della politica e dell’uguaglianza che deraglia dai binari della legalità e del rispetto, con donne candidate nel centrodestra che, ad oggi, sono servite unicamente a dare un vertice composto di soli uomini”.

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