2018-2023

Cinque anni fa il terremoto del basso Molise. Ricostruzione in alto mare, verso una nuova proroga dei termini

Esattamente 5 anni fa, alle 20 e 20 del 16 agosto 2018, una scossa di magnitudo 5.1 della scala Richter ha sconvolto la vita nel territorio del basso Molise, con epicentro tra i comuni di Guglionesi e Montecilfone dove si è aperta una faglia che continua a tenere in apprensione i residenti. I cittadini ricordano benissimo – e ancora con i brividi addosso – quell’evento avvertito in diverse regioni del Centro Sud, fino a Napoli, nel cuore dell’estate, annunciato da un sisma di magnitudo inferiore il 14 agosto e da diverse piccole scosse prima di quella del 16 agosto, al termine di una giornata segnata da forte maltempo e da un violento nubifragio.

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tendopoli guglionesi
tendopoli guglionesi

 

Gli sfollati, costretti a lasciare le loro case giudicate non sicure, sono stati circa 450. Oltre 50 le abitazioni inagibili. A distanza di 5 anni la situazione è ancora estremamente problematica per quanto riguarda la ricostruzione, il cui iter è iniziato alcuni mesi dopo la fase dell’emergenza, quando sono state allestite tendopoli nella zona dell’epicentro (la più grande a Guglionesi, con 250 sfollati) e sono partite le verifiche dei vigili del fuoco – arrivati da diverse regioni italiane – sia sulle abitazioni private che sulle strutture e sulle infrastrutture pubbliche.

L’ex governatore del Molise Donato Toma aveva firmato i decreti di liquidazione per la autonoma sistemazione di circa 450 cittadini residenti in sette Comuni, che per un po’ di tempo hanno potuto contare sull’indennizzo dello Stato per pagare le spese relative all’affitto temporaneo di una casa sicura. Il Governo aveva promesso interventi celeri e aiuto alla popolazione bassomolisana, ma a giudicare dai fatti concreti le cose sono andate diversamente, perché cinque anni dopo la ricostruzione è in alto mare: ci sono ancora edifici di culto parzialmente interdetti, strade strategiche in attesa di consolidamento come il ponte dello sceriffo sulla Bifernina al bivio per Larino e decine di abitazioni che devo essere ristrutturate e messe in sicurezza.

Qualche mese fa, a marzo, il commissario straordinario per la ricostruzione post sisma Donato Toma (che è ancora tale sebbene non sia più al vertice della Regione) aveva firmato l’ordinanza che disponeva la riapertura delle istanze per ricevere dei contributi per la ricostruzione degli edifici privati danneggiati dai terremoti del 14 e 16 agosto 2018 che hanno coinvolto 21 paesi del Basso Molise, e cioè Acquaviva Collecroce, Campomarino, Castelbottaccio, Castelmauro, Guardialfiera, Guglionesi, Larino, Lupara, Montecilfone, Montefalcone del Sannio, Montemitro, Montorio nei Frentani, Morrone del Sannio, Palata, Portocannone, Rotello, San Felice del Molise, San Giacomo degli Schiavoni, San Martino in Pensilis, Santa Croce di Magliano, Tavenna.

 

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La riapertura dei termini era stata chiesta dal sindaco di Montecilfone, Giorgio Manes, a nome di tutti i sindaci dell’area sismica. Ora è sempre il sindaco di Montecilfone Giorgio Manes a rivolgersi nuovamente alla struttura commissariale con una lettera che sottolinea il perdurare delle difficoltà operative per quanto riguarda i progetti di ricostruzione e le lungaggini burocratiche collegate alle misure del superbonus 110%, da utilizzare per la ricostruzione degli edifici con adeguamento sismico e energetico. E’ stata chiesta una nuova proroga delle ordinanze commissariali con scadenza al 31 dicembre 2023. Sono 131 le istanze di finanziamento per prime case presentate e 34 i milioni di euro impegnati su un totale di 39 milioni di euro a disposizione della struttura commissariale.

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