Termoli

Eolico off shore, Sinistra: “Progetto copiato, Maverick mente e punta a speculazione”

Iniziata la conferenza di servizi decisoria sul mega progetto che dovrebbe nascere di fronte alla costa molisana. Termoli Bene Comune: "Mettere la parola fine a questo progetto smodato e inconsistente"

È in corso la conferenza di servizi che dovrà decidere se il mega progetto di un impianto eolico off shore al largo della costa molisana si potrà realizzare o meno. In attesa di capire come finirà, Termoli Bene Comune – Rete della Sinistra torna sull’argomento attaccando di nuovo la Maverick srl, l’azienda che ha presentato il progetto, accusandola di averlo copiato e di non dare risposte sufficienti ai rilievi già presentati.

“Il 21 giugno la Capitaneria di Porto di Termoli ha indetto la Conferenza di Servizi Decisoria – scrive la Rete della Sinistra -, che ha il compito di valutare la disponibilità dello specchio di mare dove Maverick srl, con il progetto Eolico Offshore Molise, vorrebbe collocare un parco eolico, passo propedeutico all’eventuale rilascio della relativa concessione demaniale marittima.

Come Termoli Bene Comune – Rete della Sinistra, a gennaio di quest’anno abbiamo presentato alla Capitaneria di porto di Termoli le nostre osservazioni negative su questo progetto e sul suo presentatore, non – si badi bene – sull’eolico come sistema di produzione di energia rinnovabile e pulita, di cui anzi siamo convinti fautori. Ciò non vuol dire che i parchi eolici possano essere realizzati indiscriminatamente, senza valutare e contemperare le ricadute ambientali, economiche e paesaggistiche.

Con l’indizione della Conferenza di servizi decisoria abbiamo nuovamente presentato alla Capitaneria di porto di Termoli le nostre osservazioni, anche in risposta alle contro-osservazioni formulate da Maverick srl. Per la verità la società ha del tutto ignorato i rilievi relativi alla realizzazione nel nucleo industriale di Termoli di un ciclopico impianto per la produzione di idrogeno verde, che pure è parte del progetto Eolico offshore Molise, e si è espressa solo sulla parte a mare e sulle proprie capacità tecniche ed economico-finanziarie.

Lo specchio di mare richiesto per collocare 120 aerogeneratori flottanti è addirittura di 295,3 kmq, grande il 32% in più dell’Isola d’Elba. A detta di Maverick srl l’impatto sulla pesca sarebbe nullo o minimo, perché – dice la società – la pesca a strascico sarebbe vietata dal 2019 su fondali fino a 100 metri, che sarebbero quelli dove verrebbe collocato il parco eolico. Qui Maverick srl mente spudoratamente: 1°) il divieto di pesca a strascico entro 100 metri di profondità è applicato solo per tre mesi all’anno, da maggio a luglio; 2°) solo 28 aerogeneratori su 120 verrebbero ancorati su fondali fino a 100 metri. Maverick srl aggiunge che non tutti i 295,3 kmq di mare sarebbero interdetti alla pesca ed alla navigazione in generale, perché il parco è costituito da due sezioni, in mezzo alle quali si apre un canale, largo un miglio e lungo 14 miglia, dove sarebbe possibile pescare e navigare. Un’affermazione del genere vuol dire non rendersi conto di cosa significhi manovrare in sicurezza e più ancora pescare in mare, che non è una spianata immobile, ma è in continuo e mutevole movimento, dovuto alle onde, ai venti, alle correnti.

Maverick srl asserisce che il parco eolico costituirebbe una riserva naturale di fatto, perché le strutture sommerse delle torri eoliche verrebbero colonizzate da flora e fauna marina e renderebbero più pescose le zone limitrofe. Affermazione gratuita, visto che le sottostrutture galleggianti da ancorare ai fondali in alto mare non sono state ancora progettate e non si sa se ed in quale misura possano offrire occasione di colonizzazione, a differenza di quello che avviene per le torri piantate su fondali fino a 40 metri, vicino alla costa.

Neanche una parola sullo smisurato impianto per la produzione di idrogeno tramite elettrolisi dell’acqua, 80 volte più potente dei due impianti più potenti esistenti attualmente al mondo (a Vesselen, in Germania, ed a Fukushima, in Giappone). Ogni anno si consumerebbero 2,4 milioni di MWh (megawattora) di elettricità, pari al consumo elettrico di due milioni di italiani, e 570 milioni di litri di acqua, prelevata dall’acquedotto, un quantitativo che soddisferebbe 7.100 utenti, per produrre 40.200 tonnellate di idrogeno, che non si sa come ed a chi vendere. L’impianto dovrebbe sorgere nel nucleo industriale di Termoli, senza alcuna fascia di rispetto, benché l’idrogeno sia l’elemento più infiammabile ed esplosivo che esista, mettendo a rischio le persone ed i beni circostanti, disincentivando l’insediamento di nuove industrie e favorendo piuttosto le dismissioni”.

Stumpo d'erminio

Marcella Stumpo e Pino D’Erminio

 

Rete della Sinistra promette ancora battaglia. “Sarebbe troppo lungo esporre tutti i nostri rilievi. Concludiamo trattando la questione della capacità tecnica ed economico-finanziaria di Maverick srl. La società dice di avvalersi di un team di professionisti (che non nomina), con esperienza pluridecennale nelle rinnovabili. Allora come mai ha presentato per l’eolico un progetto copiato di sana pianta da quello presentato da Iron Solar srl per un parco eolico di 35 aerogeneratori nel Basso Adriatico, commettendo il reato di usurpazione di proprietà intellettuale? E i soldi? Maverick srl ha risposto che non è tenuta a presentare documentazione attestante la sua capacità finanziaria, e che «è in costante contatto con primari gruppi nazionali e internazionali interessati alla realizzazione del Progetto Off-Shore Molise.» Dunque l’investitore per ora non c’è e Maverick srl mira ad acquisire la concessione demaniale marittima al solo scopo di cederla ad un gruppo industriale, realizzando con tale transazione un utile meramente speculativo. È ora di mettere la parola fine a questo progetto smodato e inconsistente”.

commenta