Delitto micatrotta

Processo per omicidio Campobasso, l’imputato in aula: “Se avessi portato io il coltello non mi avrebbero pestato in tre”

Oggi in aula l'imputato Giovanni De Vivo ha chiesto di fare dichiarazioni spontanee.

Si è tenuta questa mattina al Palazzo di Giustizia di Campobasso una nuova udienza sull’omicidio di Cristiano Micatrotta, ucciso con un fendente alla gola la sera del 24 dicembre 2021 in via Vico a Campobasso. Imputato per omicidio aggravato Giovanni De Vivo, oggi 39enne. Dopo il primo teste, un tecnico del Ris, che ha confermato l’assenza di macchie di sangue sugli abiti del presunto colpevole, proprio De Vivo ha chiesto alla corte di poter fare di chiarazioni spontanee.

Processo omicidio Micatrotta De Vivo

“Sono stato aggredito da tutti e tre e il coltello non era mio. Mi dispiace per quanto accaduto, magari fossi morto io – ha detto De Vivo – Ma in quest’aula ribadisco quello che ho sempre detto: l’arma non era mia. Altrimenti non mi avrebbero riempito di botte”.

Dopo la testimonianza di altri due carabinieri, è stata ascoltata dalla Corte anche la mamma di Giovanni De Vivo, la signora Patrizia. “Quel giorno abbiamo pranzato insieme, anche con la figlia di Gianni, mia nipote”. E rammenta: “Poi per la cena ci separammo. Io ero a casa di mia cognata quando mi chiamò l’altro figlio e mi disse che Gianni lo avevano portato in caserma ma che non sapeva altro”. E sulla cocaina: “Non sapevo consumasse cocaina”.
“Non ho mai visto coltelli di quel tipo in casa di mio figlio” ha concluso la madre dell’imputato.

Alla fine dell’udienza gli avvocati di parte civile si dicono soddisfatti dell’andamento del processo. L’avvocato Fabio Albino infatti spiega: “La nostra posizione si rafforza. Siamo dell’opinione che quanto detto dall’imputato non trova il minimo riscontro in tutti gli accertamenti e le ondmagini che sono state svolte. Ma di questo, noi, eravamo consapevoli sin dall’inizio”.

Dello stesso parere anche l’avvocato Roberto D’Aloisio: “E’ andata benissimo perchè l’imputato ha rifiutato l’interrogatorio sottoponendosi a mero esame ed è caduto in pesantissime contraddizioni sconfessando se stesso e tutte quante le risultanze processuali che convergono univocamente verso la sua piena colpevolezza”.

Di tutt’altro parere gli avvocati Mariano Prencipe e Giuseppe Stellato. Giovanni De Vivo, infatti, nell’ambito della sua deposizione davanti alla corte ha sottolineato la sua perplessità sul fatto che un altro dei suoi aggressori (Di Mario) sia testimone piuttosto che imputato “quantomeno nell’ambito della rissa”. Perchè l’imputato ha esordito nell’ambito delle sue dichiarazioni sostenendo che “quella sera mi hanno aggredito tutti e tre”. “Ma non è certamente una novità  – spiega Stellato – Perchè noi in udienza preliminare abbiamo chiesto al pubblico ministero di rimettere gli atti in procura anche nei confronti di Di Maio perchè dato il tenore delle intercettazioni e delle conversazioni è complicato ritenere Di maio del tutto estraneo quantomeno nel meccanismo della rissa”.

Quanto all’arma del delitto: “De Vivo sin nell’immediatezza dei fatti – ha spiegato l’avvocato Prencipe – ha detto di non aver portato alcun coltello. Ha spiegato chi aveva il coltello ed è l’unico che spiega come si è fatto male Madonna perchè finora nessuno è stato in grado di dircelo men che meno lo stesso Madonna. Dobbiamo tener conto che quello è un contesto concitato  e non certamente è una scena limpida, lineare. D’altronde tutti i tecnici che sono stati sentiti, tutti dicono che si possono fare ipotesi ma certezze non ce ne sono. Lo stesso medico legale ha ribadito che la concitazione di quel momento, essendo la parte in cui è stato attinto il povero Micatrotta una parte molto mobile, non gli ha permesso di stabilire quale fosse la posizione delle parti”.

 

 

 

 

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