Delitto di natale a campobasso

Nel telefono di Madonna foto di coltelli uguali all’arma che ha ucciso Cristiano Micatrotta

Ultimi testimoni questa mattina in aula per il processo sulla morte del giovane geometra di Campobasso. Le discussioni di Pm, avvocati di parte civile e difensori fissate all'8 e al 14 settembre prossimo. Verso la sentenza

L’ultimo dei tre testimoni della difesa di Giovanni De Vivo, che ha aperto la nuova udienza a carico dell’imputato accusato di omicidio premeditato a danno del giovane Cristiano Micatrotta, è l’amministratore delegato della Tescoma. Azienda che produce una gamma completa di utensili da cucina e complementi per la tavola. Il coltello che ha ucciso Cristiano Micatrotta la sera del 24 dicembre 2021 è prodotto dall’azienda bresciana e appartiene alla linea “Azza”, cioè una linea di coltelleria da cucina di “fascia alta”, pensata “per l’uso domestico, perfetta per professionisti e gourmet”, si legge nella descrizione del prodotto.

L’amministratore delegato dell’azienda, seduto sul banco dei testimoni, conferma che l’arma del delitto è stata prodotta dalla sua azienda. Lo spiega illustrando le caratteristiche (al di là del marchio) che contraddistinguono i prodotti della sua azienda (con un fatturato – per il 2022 – di 23 milioni di euro).

L’avvocato Mariano Prencipe, chiede al presidente della Corte d’Assise, Salvatore Casiello, di mostrare al testimone alcune fotografie ritrovate in fase di indagine nel telefonino di Alessio Madonna (uno dei due amici che quella sera era con Cristiano Micatrotta). Si tratta di cinque immagini che riportano coltelli, di questi, l’amministratore delegato chiamato a testimoniare individua in tre foto i prodotti della Tescoma, di cui un coltello simile all’arma del delitto. Scarta invece la possibilità che siano Tescoma altri coltelli di altre due foto.

Il sostituto procuratore Vivivana Di Palma interviene, chiede chiarimenti e delucidazioni su come faccia a riconoscere coltelli che potrebbero essere sostanzialmente simili o riprodotti da altre ditte anche nella foto in cui non c’è la marca, l’amministratore non tentenna: “Le caratteristiche della punta e del manico sono peculiarità di fabbrica. Non ricordo esisitano prodotti simili”.

L’udienza continua con la testimonianza del medico legale Paolo Scarano che ha parlato di una ferita (quella che ha ucciso Cristiano) nella regione posteriore dell’orecchio, nella parte alta del collo e l’ha descritta come “lesione ad asola”. Nell’illustrare la direzione del colpo è “dal dietro in avanti, da sinistra verso destra e leggermente dall’alto in basso”. Ha poi spiegato che ad essere recisi sono stati i piccoli vasi che hanno causato un sanguinamento interno finito nei polmoni e questo ha poi causato la morte per soffocamento.

L’ultimo teste è stato l’antropologo forense Maurizio Cusumano che, stando alla lettura dell’autopsia e ai rilievi fotografici eseguiti dai carabinieri del Ris, ha illustrato la dinamica dei fatti in base alla sua ricostruzione. Si è soffermato sulla presenza di uno scalino osseo (parte di osso intaccato) dell’angolo sinistra della mandibola, individuato in fase di esame autoptico. “Questo scalino – ha detto l’antropologo – ci dà un’idea quasi visiva del percorso della mano dell’aggressore e dunque posso asserire che la vittima era in posizione laterale sinistra rispetto all’aggressore”.

Terminato l’elenco dei testimoni ascoltati nell’ambito di questo processo che si svolge per omicidio premeditato, il presidente Casiello ha calendarizzato le discussioni del Pm, degli avvocati di parte civile e degli avvocati difensori. Dunque, si torna in aule, l’8 e il 14 settembre prima della sentenza.

 

 

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