Campobasso in festa

Misteri senza tempo: applausi, occhi lucidi, emozioni forti per un pubblico di centomila persone

Centro città e borgo antico pieni zeppi di campobassani e turisti: circa 100mila presenze in città. La magia si ripete e il sole spazza via le temute nuvole. 74 figuranti, la stragrande maggioranza bambini. 210 portatori, al ritmo incalzante e classico di “uno-due-tre, scannett allert”.

L’Abramo che passa il testimone dopo quasi sessant’anni, San Crispino ringiovanito, diavoli che si alternano, angioletti dagli occhi innocenti e puri, donzella impeccabile nella sua impenetrabile alterigia e nel suo portamento elegante e sensuale. Istantanee di una Sagra con la S maiuscola, di una sfilata che affonda le radici nella metà del 1700 e sopravvive a mode, telefonini, intelligenza artificiale e distrazioni varie. Signore e signori, i Misteri.

Campobasso indossa il vestito buono, quello che un tempo si metteva la domenica. E per un giorno, in questa primavera che sembra autunno, sono d’accordo anche le nuvole che danno la precedenza al sole, evitando di rovinare la festa. Quando in lontananza si inizia a intravedere il primo Mistero l’emozione è sempre la stessa: un tonfo allo stomaco, un tuffo al cuore, lo sguardo che torna fanciullesco.

Misteri Campobasso 2023

Ed eccoli sfilare, in rigoroso ordine e magnifico volteggiare. 74 figuranti, la stragrande maggioranza bambini. 210 portatori, al ritmo incalzante e classico di “uno-due-tre, scannett allert”. Gli applausi che seguono la cadenza marziale del “Mosè” di Rossini, colonna sonora inconfondibile. La pioggia, immancabile in questo periodo, ha fatto sentire la propria presenza sul finale, bagnando gli ultimi attimi di una sfilata magnifica che è arrivata alla fine forse grazie a quel quarto d’ora di anticipo all’uscita.

Come detto, c’è stato un avvicendamento storico. È sceso, infatti, dall’Abramo uno dei personaggi storici e più importanti degli ultimi decenni. Parliamo di Antonio Santella, il quale ha abdicato a favore di Nicolino Benedetto, anche lui con una gran barba lunga e grigia e perfetto per il ruolo. Gravina lo ha abbracciato consapevole che anche per lui questa edizione è l’ultima con indosso la fascia tricolore. Del resto anche il suo breve saluto alla città dal balcone di Palazzo San Giorgio ha il sapore dell’addio:  “L’identità della nostra città è tutta qui, nel Corpus Domini e nelle sue ingegnose meraviglie forgiate quasi trecento anni fa dal Di Zinno. Ringrazio l’associazione Misteri e Tradizioni per la consueta preziosa collaborazione. Ma non ci sono “Misteri” senza le urla, il sudore e la fatica di chi li porta a sfilare per le nostre strade. E non ci sono senza coloro che li animano, tra sorrisi, versi e qualche pianto di fatica dei nostri bambini. A tutti voi, anima e cuore della nostra storia, dico grazie per questi anni intensi ma bellissimi. Viva i Misteri, viva Campobasso!”.

Gravina e Abramo

Al centro della scena, come da tradizione la “Tunzella” interpretata dalla campobassana e bellissima Alessandra Piscopo, già miss Molise, che non è si scomposta di fronte alle linguacce del diavolo Italo Stivaletti (Sant’Antonio Abate). Qualche novità anche sul San Michele, che ospita i tre diavoli: il consolidato Antonio Iorio, accompagnato da Nicola Di Pilato e Franco Ferro. 

Novità anche su San Crispino (Marco Chiovitti che di professione fa proprio il calzolaio, ndr) e Sant’Isidoro, interpretato da Antonio Presutti. Immancabile il cagnolino del San Rocco: il volpino porta anche il nome del santo. E ancora, Giovanni Sabella ha vestito i panni di San Giuseppe sul Sacro Cuore dove è salita anche Giulia Cerio, nipote di Nicola Tucci, tra gli autori del Mistero.

Edizione seguita da decine di migliaia di persone, si ipotizza una partecipazione complessiva intorno alle 100mila unità.

Misteri Gravina balcone
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