L'udienza dal gup

Dodici chili di cannabis per i growshop di Termoli, il giudice proscioglie dalle accuse tutti gli indagati

L’indagine antidroga che portò i carabinieri di Termoli a sequestrare oltre 12 chili di marijuana fu portata a termine a maggio 2020. La perquisizione presso una casa colonica nella periferia di Termoli, il sequestro della marijuana e la denuncia di due persone, rispetto ai quali venne richiesta l’applicazione della misura cautelare del carcere.

Gli accertamenti successivi fecero emergere una diffusa distribuzione di quella marijuana sequestrata a numerose attività commerciali del basso Molise. Obbiettivo, stando alle verifiche, rivenderla al dettaglio come “erba legale”, da lì, l’iscrizione nel registro degli indagati anche di tutti i gestori delle attività che vendevano la cosiddetta marijuana light.

Conclude le indagini, la Procura di Larino ha chiesto il processo per cessione di sostanza stupefacente sia dei due produttori, principali indagati, che dei numerosi gestori delle attività commerciali termolesi.

Il 26 giugno scorso, all’esito di una lunga udienza preliminare che ha visto l’esplicazione delle attività delle difese, sia dei due principali indagati (assistiti dal legale Pino Sciarretta) che dei gestori delle attività (assistiti dagli avvocati Michele Urbano, Nicolino Cristoforo, Giuseppe Mileti, Ruggero Romanazzi, Costantino Greco, Pasquale Lollino, Donato Garzarella, Oreste Campopiano e Antonio Capobianco), il Gup ha pronunciato sentenza di non luogo a procedere, prosciogliendo così tutti gli indagati.

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