L'iniziativa

C’è una nuova casa editrice. Di Sabato: “Tre pubblicazioni l’anno e all’autore il libro glielo finanziamo noi”

L'associazione di via Gioberti arricchisce la sua offerta di servizi con la Edizioni Casa del Popolo. Il 15 giugno la presentazione del primo libro che racconta la militanza politica in un piccolo paese del Molise negli anni Ottanta

L’associazione Casa del Popolo di Campobasso diventa una casa editrice. Una novità nel panorama editoriale molisano che intende provare a fare la differenza da subito: “Puntiamo a tre pubblicazioni l’anno e se decidiamo di far stampare un libro l’investimento lo facciamo noi, senza chiedere soldi all’autore”.

L’annuncio è di Italo Di Sabato, ex consigliere regionale di Rifondazione Comunista, un tempo dirigente di Democrazia Proletaria e oggi coordiantore dell’Osservatrio sulla repressione, nonché tra i principali animatori dell’associazione di via Gioberti che arricchisce la sua già variegata offerta di servizi con la Edizioni Casa del Popolo.

Giovedì 15 giugno alle ore 18 nei locali della libreria “La Scolastica – Mondadori Book Store” di via Pietrunto 24/26 a Campobasso sarà presentato il primo libro della nuova casa editrice.

“Giovani, ribelli e sognatori. Una generazione non raccontata che sognava la rivoluzione negli anni 80” è il titolo della pubblicazione a cura di Italo Di Sabato, con testimonianze di Angelo Lamelza, Antonio Dalò, Domenico Vitulli e Fabio Lemme .  Dialogherà con l’autore il giornalista e scrittore Giuseppe Pittà.

“Il libro – leggiamo dalla prefazione di Giovanni Russo Spena è il racconto di un gruppo di ventenni che all’inizio degli anni ’80 del secolo scorso dedicarono la loro giovinezza alla militanza politica in un paesino del Molise, Palata. Una generazione che è ‘nata troppo tardi’, che non ha vissuto il ‘68, che ha attraversato gli ultimi fuochi sul finire degli anni Settanta e catapultata negli anni Ottanta con il sogno di cambiare il mondo e con il movimento in piena fase di ‘riflusso’.

La curiosità di riscoprire ‘come eravamo’ si mescola a quella di scoprire cosa è rimasto, oggi, di quello antico impegno politico, della genuina passione civile e della splendida militanza politica

Gli anni Ottanta ci sono stati in tutto il mondo, con caratteri sostanzialmente simili sul piano politico e culturale; hanno avuto effetti devastanti e duraturi in tutto l’occidente, ma solo in Italia daranno luogo a un esito come quello che stiamo vivendo da molti anni: predominio di una destra populista e retriva, inabissamento della sinistra e sfarinamento del suo insediamento nel territorio.

Oggi non ci sono più né la Dc, né il Pci, né l’Msi, né tanto meno Democrazia Proletaria e le organizzazioni della Nuova Sinistra. I problemi, però, sono rimasti tutti. La confusione è grande sotto il cielo, persino più di quando era normale citare Mao. Ci chiediamo cosa resta di quanto successo allora, cosa resta di noi, magari per capire, in questo modo, qualcosa in più non solo di quell’Italia, ma anche dell’attuale Paese e per raccontare ai ventenni di oggi, come erano i loro coetanei di allora, senza scomodare politologi o sociologi.

DP di Palata mi è sempre stata molto cara. Ho amato moltissimo quei giovani, intelligenti, entusiasti, militanti, capaci di innovazione. Quei giovani hanno anticipato i movimenti ‘no global’, hanno praticato, nei fatti e nelle elaborazioni, non in maniera accademica, ‘un altro mondo possibile’. Ho sempre ritenuto, ho sempre pubblicamente sostenuto che quello spicchio di DP, nella piccola Palata, fosse una vera ‘casa del popolo’, una minuscola associazione più simile alla Prima Internazionale che ai partiti comunisti contemporanei. Il mio amore nasce da qui.”  (ad)