Meno chance per le donne

Solo 8 comuni su 136 sopra i 5mila abitanti, anche Guglionesi perde la doppia preferenza

La preferenza di genere è prevista solo per i comuni con almeno 5mila abitanti ma per effetto dello spopolamento in Molise sta diventando un’opportunità per pochi

Rispetto a cinque anni fa i cittadini di Guglionesi che andranno a votare domenica 14 o lunedì 15 maggio troveranno una novità sulla scheda elettorale. Non più due righe per esprimere due preferenze, diverse per genere. Ma una sola. È uno degli effetti dello spopolamento che sta riducendo sempre di più i residenti in Molise: Guglionesi rispetto al 2018 è scesa sotto il limite dei 5mila abitanti e quindi i cittadini potranno dare un solo voto.

La legge nazionale prevede infatti che la doppia preferenza, o preferenza di genere, sia prevista soltanto nei comuni con almeno 5mila abitanti. Guglionesi nel 2018 contava 5.232 residenti (al 1 gennaio) mentre alla stessa data del 2023 erano ‘solo’ 4.881. Quindi si potrà scegliere solo uno dei dodici nomi sulla lista a sostegno dei due aspiranti sindaco, Gianfranco Del Peschio e Antonio Tomei.

Ma chiaramente quello di Guglionesi non è un caso isolato, ma l’emblema di quanto sta accadendo in Molise dove i comuni sopra i 5mila abitanti sono rimasti soltanto otto: Campobasso, Termoli, Isernia, Venafro, Campomarino, Bojano, Larino e Montenero di Bisaccia. Per questo, alle elezioni di domenica e lunedì prossimi, la doppia preferenza sarà esercitabile soltanto dagli elettori di Venafro e Larino.

Diverso è il dato degli aventi diritto, che ad esempio a Guglionesi sono 5.259, compresi anche residenti all’estero e iscritti all’Aire. Ma la legge, per l’appunto, si basa sugli abitanti e per questo Motivo Guglionesi è ormai ‘sotto la soglia’ della doppia preferenza.

Quanto successo a Guglionesi, tanto per fare un altro esempio, capiterà con tutta probabilità l’anno prossimo a Riccia. Nel 2019, quando venne eletto sindaco Pietro Testa, a Riccia i residenti erano poco sopra quota 5mila. Ad oggi sono circa 4800 e di questo passo fra un anno saranno anche qualcosa meno.

La sostanza è che si restringono per le donne le possibilità offerte dalla legge per essere elette. La rappresentanza di genere in lista, volgarmente detta quote rosa, esiste in ogni comune d’Italia e per quelli sotto i 5mila abitanti prevede che un genere non abbia più dei 2/3 dei candidati rispetto all’altro genere. Per dirla in parole povere, massimo 8 uomini e 4 donne perché il contrario, lo sanno tutti, non capita praticamente mai.

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