Campobasso

Programma sanitario di Toma sotto la lente del Tar, Gravina: “Troppe lacune sul trattamento delle emergenze”

È soprattutto la questione relativa alla rete di emergenza-urgenza, in particolare per i pazienti che necessitano di un intervento tempo-dipendente (come nel caso dell'ictus emorragico) a non aver convinto i giudici che hanno dato in questo senso ragione - accogliendone l'istanza - al Comune di Campobasso e al Comitato Pro Cardarelli

Oggi, in Molise, è davvero garantito il trattamento dei pazienti tempo dipendenti (come nel caso di chi ha un ictus emorragico)? Questa è la domanda principale che il Comune di Campobasso e il Comitato Pro Cardarelli, nel ricorso firmato dagli avvocati Massimo Romano, Margherita Zezza e Pino Ruta, hanno posto al Tar Molise. Che ieri – martedì 22 maggio – ha accolto l’istanza e chiesto che entro 90 giorni la struttura commissariale fornisca tutti gli elementi per rispondere alle domande poste nel ricorso.

I tre legali insieme a Roberto Gravina (per il Comune di Campobasso) e al medico Mino Dentizzi (per il comitato Pro Cardarelli), questa mattina hanno incontrato i media per illustrare le richieste espresse dal Tar destinate alla struttura commissariale nell’ambito della programmazione sanitaria 2019/2021.

Per la giustizia amministrativa, infatti, l’organizzazione del piano sanitario va spiegata con relazioni ad hoc.

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“I giudici – spiega il sindaco di Campobasso – sono chiari nel dire che gli atti programmatici devono tenere conto di una serie di cose. Per esempio: come si è fatto a pianificare la rete sanitaria senza quantificare il fabbisogno della popolazione. Ancora: il Tar chiede di sapere quali siano i modelli organizzativi adottati per garantire le necessarie e doverose prestazioni sanitarie. E domanda qual è in questa regione la rete dell’emergenza-urgenza”.

Gli avvocati integrano l’esposizione dei fatti: “Le domande poste al Tar sono chiare. La vicenda processuale ha visto, in una prima fase, respinta l’istanza cautelare. Decisione in seguito ribaltata dal Consiglio di Stato che ha ritenuto, invece, che la prospettazione del Comune di Campobasso e del comitato pro Cardarelli fosse meritevole di approfondimento e oggi vuole vederci chiaro”.

Quindi sono stati disposti gli accertamenti per comprendere come interviene il privato e come intervengono gli ospedali pubblici (di Foggia e Benevento) senza che ci sia alcun accordo di confine. “Questo significa – proseguono gli avvocati – che non è detto che un paziente tempo dipendente sia trattato in un arco di tempo ragionevole. E ci sono casi accertati di malati simili deceduti. Anche perché quando fu nominato (Commissario ad acta, ndr) Giustini, il primo punto del decreto governativo di nomina fu quello di strutturare le reti tempo dipendenti. Bene, sono trascorsi cinque anni e di quella strutturazione non c’è traccia nonostante, nel frattempo, si siano succeduti quattro commissari. Va infine detto – concludono gli avvocati – che questa esigenza di chiarezza istruttoria non vincolerà solo il programma sanitario fino al 2021 ma anche quelli futuri”.