Prima uscita del candidato governatore

Gravina: “Il mio nome uscito in 24 ore, l’ha promosso il Pd”. Campobasso? “Nessun commissario, legislatura arriverà alla fine”

Il sindaco del capoluogo ha tenuto oggi pomeriggio la prima conferenza stampa da aspirante presidente della regione Molise per spiegare i passaggi della sua investitura. Accompagnato dalla giunta al completo ha rassicurato la città: "Nessun voto anticipato per Campobasso, né ci sarà un commissario". Aperto al dialogo con il centrosinistra (partiti e movimenti civici) ma chiuso sulla possibilità di una alleanza con Italia Viva e Azione.

E’ la prima conferenza ufficiale da candidato presidente alla Regione Molise. Roberto Gravina, sindaco di Campobasso e oggi aspirante governatore, incontra i media nello spazio di “Inflazione caotica coworking” in contrada Pesco Farese. L’occasione è di quelle importanti ecco perché ci sono anche i suoi assessori, parte dei consiglieri pentastellati e c’è il coordinatore Antonio Federico che l’operazione Gravina l’ha seguita molto da vicino nei palazzi romani della politica. 

Giunta Gravina

Roberto Gravina prova a nascondere l’emozione del momento. In linea con il suo aplomb caratteriale, apre la conferenza puntualizzando: “Il mio nome non era in programma, mai mi sono mosso per fare sintesi sul mio nome e tutto è accaduto nell’arco di 24 ore”. Passa quindi ad illustrare i passaggi dell’investitura e delle interlocuzioni avute in un’intera giornata con il Movimento, ed è a questo punto che la commozione prende il posto del tono rigoroso e dello sguardo impenetrabile assunto fino a quel momento. Si commuove Gravina quando, pubblicamente, ringrazia la squadra dell’esecutivo che in questi quattro anni ha lavorato gomito a gomito con lui portando a casa “risultati importanti per la città di Campobasso che mi permettono oggi di poter dire, con estrema serenità, che siamo riusciti a blindare anche il 90 per cento delle risorse del Pnrr”.

I progetti in cantiere, le cose fatte, i soldi del Pnrr: l’elenco del sindaco ‘dimissionario’

Poi passa ai nodi della sua candidatura che stanno facendo discutere e chiarisce: “Campobasso non sarà commissariata né si andrà al voto ad ottobre”. Il capoluogo del Molise non resterà senza una governance: “Il lavoro continuerà, – ha rimarcato Gravina – non ci saranno interruzioni sia per ciò che riguarderà la macchina amministrativa che per quelle che saranno le strategie di sviluppo e innovazione che i nostri consiglieri e assessori sanno che adesso bisognerà lavorare per mantenere efficienza di azione amministrativa”.

E se dovesse essere eletto? Anche in questo caso risponde a stretto giro: “Quando, dopo i risultati elettorali regionali di fine giugno, mi dimetterò dal mio incarico – ha spiegato il sindaco -, il mio ruolo verrà preso dal vice sindaco Paola Felice e il mandato che ci è stato conferito come amministrazione proseguirà fino alle nuove elezioni che la Prefettura territoriale si occuperà di indire in quella che sarà la prima data utile, molto verosimilmente nella primavera del 2024”.

Sfatati i timori delle elezioni anticipate o lo spauracchio del commissario a Palazzo San Giorgio, il primo cittadino torna a parlare della sua investitura che mette d’accordo Pd e M5S. Proprio il Pd avrebbe fatto il suo nome nei tavoli politici dell’ultimo periodo, quello stesso Pd che in consiglio comunale, in questi quattro anni, è stato il primo avversario della giunta Gravina. “Sì è vero – ammette sorridendo Gravina – ma va detto che il Movimento cinque stelle nella precedente legislatura aveva fatto lo stesso con il Partito democratico. Insomma in una normale legislatura questo è il gioco e il ruolo delle parti. Ora la partita sul mio nome è stata promossa dallo stesso Pd che ringrazio ma è chiaro che ad unirci – seppure ognuno con la propria autonomia di pensiero – sarà una programmazione che tiri fuori dal sottosviluppo questa regione, favorisca la ripresa del Pil, crei crescita e valorizzi il piccolo territorio della regione ognuno per le proprie peculiarità”.

Ringrazia chi ha creduto in lui e ammette che “questo compito mi investe di una grande responsabilità. Ora ci sarà da lavorare per definire alleanze e liste” e al riguardo smentisce incontri con Azione e Italia Viva, “simboli con i quali non c’è margine di discussione”. Del resto prima di Gravina già Calenda e Renzi mesi fa avevano apertamente dichiarato che non si sarebbero mai alleati con il M5S.  

L’avversario del centrodestra – conclude il sindaco ‘dimissionario’ – sarà “certamente temibile, ma noi siamo consapevoli della nostra forza”.

 

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