La sentenza

Paola Matteo non è più Garante dei diritti della persona: Tar accoglie ricorsi esclusi e annulla la sua nomina

Annullato il decreto del presidente del Consiglio regionale Salvatore Micone che "arbitrariamente" ha nominato la garante dei diritti della persona Paola Matteo senza passare per il voto dell'aula

Il Tar Molise ha annullato la nomina di Paola Matteo come garante regionale dei diritti della persona. La ex consigliera regionale era stata nominata nel settembre del 2022 con decreto del presidente del Consiglio regionale, Salvatore Micone. Oggi i giudici amministrativi hanno annullato quel decreto accogliendo i ricorsi presentati dall’avvocato Elena Bertoni e dall’ex questore di Campobasso, Raffaele Pagano i quali avevano sostenuto la violazione dell’obbligo inderogabile di elezione da parte della maggioranza dei consiglieri, senza far rinvio ad altre norme nazionali e regionali.

Il Tar Molise ha anche condannato la Regione Molise al pagamento delle spese legali a favore dei ricorrenti.

La nomina di Paola Matteo è stata da subito un caso piuttosto controverso: eletta a Palazzo D’Aimmo nel 2018 con la lista di Orgoglio Molise, è stata estromessa dopo l’approvazione di una norma voluta dal governatore Donato Toma che prevedeva l’abrogazione della surroga e cioè il meccanismo che consentiva ai primi dei non eletti di entrare in Consiglio regionale al posto degli assessori. Lei, come pure Tedeschi, Scarabeo e Romagnuolo, si ritrovarono fuori dall’assise. E quando Micone la nominò garante al posto di Leontina Lanciano sull’importante incarico ricevuto sono stati sollevati dubbi di natura politica.

Salvatore Micone

Ma anche da un punto di vista procedurale. I primi ad accorgersene furono gli esclusi Elena Bertoni (difesa dagli avvocati Michele Coromano e Guglielmo Pettograsso) e Raffaele Pagano (difeso da Salvatore Di Pardo e Andrea Latessa): la prima, esperta in diritto di famiglia e nella tutela minorile, è stata recentemente inserita nell’Osservatorio nazionale infanzia e adolescenza; il secondo è stato per lungo tempo al vertice della Questura di Campobasso. Entrambi si fecero avanti per rivestire il ruolo di garante dei diritti della persona della Regione Molise a seguito dell’avviso indetto dalla Regione per ricoprire tale posizione. I due impugnarono il decreto con cui Micone, sostituendosi all’organo collegiale, aveva nominato Paola Matteo.

Una nomina “illegittima” come hanno sostenuto nei loro ricorsi, fondata su un “eccesso di potere” e la “falsa applicazione” della legge regionale che ha permesso a Micone di sostituirsi al Consiglio regionale che, di fatto, “non veniva mai posto nelle condizioni di procedere all’elezione del nuovo Garante, in quanto il relativo punto all’ordine del giorno veniva più volte rinviato”.

vittorio nola

A commentare l’esito della sentenza pubblicata oggi è il consigliere del Movimento 5Stelle, Vittorio Nola: “Questo nuovo pronunciamento dimostra la necessità di voltare pagina rispetto a un sistema politico di centrodestra che negli ultimi cinque anni ha dimostrato indifferenza alle regole di buona amministrazione.

Nola ha sottolineato che la nomina del garante dei diritti della persona era viziata dalla scelta arbitraria del presidente Micone, effettuata con proprio decreto e senza una votazione del Consiglio regionale come invece previsto dalla normativa. Il consigliere ha quindi deciso di non partecipare alla seduta consiliare al momento del giuramento, evidenziando che l’iter seguito era contrario ai principi di buona amministrazione e legalità imposti dalla Costituzione e dalla legge 241/1990.

Secondo Nola, la nomina illegittima peserà sui cittadini molisani che saranno costretti a privarsi di un organo fondamentale che consente di tutelare i diritti delle persone, in particolare dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, nonché delle persone prive di libertà, attraverso azioni di sensibilizzazione, protezione e promozione. La situazione si aggrava in un periodo particolare, quello di un Consiglio regionale privo della pienezza dei propri poteri in attesa delle elezioni di giugno.

 

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