A rischio processo

Rinvio a giudizio vertici centrodestra per caso nomine, M5S: “Danno per intera regione”

L'udienza preliminare - per il Presidente Toma e per Vincenzo Cotugno, Nicola Cavaliere, Quintino Pallante, Michele Marone, Vincenzo Niro, Filomena Calenda e per l'ex consigliere regionale Nico Romagnuolo - è fissata per il prossimo 6 settembre. L'accusa è quella di abuso d'ufficio

La procura di Campobasso ha chiesto il rinvio a giudizio per il presidente della Regione Molise, Donato Toma, e per gli assessori o ex assessori della sua Giunta, Vincenzo Cotugno, Nicola Cavaliere, Quintino Pallante, Vincenzo Niro e Filomena Calenda, Michele Marone e per l’ex consigliere regionale Nico Romagnuolo. L’accusa è quella di abuso d’ufficio e riguarda il caso delle ‘nomine’. I fatti finiti nel mirino della magistratura sono avvenuti tra il 2020 e il 2021 e ruotano attorno all’incarico di commissario straordinario del Consorzio per lo sviluppo industriale di Campobasso-Bojano. Il sostituto procuratore di Campobasso, Viviana Di Palma, ha concluso le indagini a febbraio, poi gli indagati hanno avuto la possibilità di presentare memorie difensive o di chiedere di essere sentiti.

“La notizia della richiesta di rinvio a giudizio per i vertici del centrodestra molisano lede l’immagine di una Regione che sembra aver dimenticato il valore delle competenze nei ruoli apicali. Nel rispetto di questo valore, già nel 2021 abbiamo denunciato l’illegittimità della nomina di Nico Eugenio Romagnuolo alla carica di Commissario straordinario del Consorzio industriale di Campobasso-Bojano”, così il M5S molisano.

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“Oggi sappiamo che, per quella nomina, è stato chiesto il processo per il presidente della Regione Donato Toma e per altri sei esponenti del centrodestra molisano: Vincenzo Cotugno, Nicola Cavaliere, Quintino Pallante, Michele Marone, Vincenzo Niro e Filomena Calenda, tutti attuali o ex assessori regionali di centrodestra.

Per il Movimento 5 Stelle Romagnuolo non poteva essere nominato al vertice del Consorzio, perché le norme in materia di inconferibilità e incompatibilità nelle pubbliche amministrazioni impediscono la nomina a Commissario straordinario di un ente pubblico di livello regionale di chi, nei due anni precedenti, sia stato componente della Giunta o del Consiglio regionale che conferisce l’incarico”.

Per la procura infatti la nomina è avvenuta violando la legge in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati di controllo pubblico perché non fu rispettato il periodo di due anni che deve intercorrere tra la cessazione di una carica di componente della Giunta o del Consiglio regionale e il conferimento di un incarico di amministratore di ente pubblico di livello regionale: Romagnuolo era stato consigliere regionale supplente tra il 2018 e il 2020.

“Ma al di là del dato tecnico – proseguono i 5 Stelle – e a prescindere da come proseguirà l’iter giudiziario, resta un tema politico enorme: il centrodestra utilizza le nomine per esigenze interne di coalizione e non per il bene comune. I fatti raccontano che il presidente di Regione in quota Forza Italia abbia nominato, con l’avallo della Giunta, un ex consigliere regionale di Forza Italia che non vantava alcuna competenza specifica nella gestione dei Consorzi industriali ma che, guarda caso, aveva da poco perso il posto in Consiglio con l’abrogazione della surroga.

Come abbiamo sempre detto, questo modo di fare rappresenta un danno più o meno diretto all’intera comunità. Perché anteponendo le logiche politiche al merito si rischia di consegnare i ruoli chiave della Regione nelle mani di persone che non hanno le competenze adeguate. E se un’istituzione manca di queste competenze, taglierà fuori le persone che meritano e sarà incapace di fornire le risposte giuste alla comunità.

Ecco perché ci siamo rivolti alla Procura e all’Autorità nazionale anticorruzione, esclusivamente per tutelare l’interesse delle cittadine e dei cittadini molisani. Ed ecco perché oggi continuiamo a pretendere che le regole siano sempre rispettate e seguiamo con serenità il lavoro della magistratura”.

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