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“Polli”, “birre” e “amici”: gli ordini di droga al telefono e la piramide dell’associazione criminale

Quattro persone, della comunità rom di Campobasso, sono state arrestate con le accuse, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti del tipo cocaina ma anche eroina e marijuana. Venti quelle denunciate per favoreggiamento e concorso

Polli”, “birre”, “mezze birre”, “sigarette” e “amici” per indicare soprattutto cocaina, ma anche eroina e marijuana. Con “birre” si faceva riferimento ad una dose intera ma era il termine “amici” l’espressione più usata per gli ordini. Da qui il nome dato all’operazione antidroga dei carabinieri che si è conclusa questa mattina con l’arresto di quattro persone (due coppie di coniugi della comunità rom di Campobasso) con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio e la denuncia di altre 20 persone per concorso e favoreggiamento. “Perché – hanno spiegato i vertici dell’Arma nell’ambito della conferenza stampa – anche se fermati, con addosso le dosi richieste, hanno provato a depistare indagini e accertamenti”.

Questo era il linguaggio in codice che utilizzava l’organizzazione, con base in via San Giovanni a Campobasso, per rispondere alla “fiorente richiesta di cocaina che purtroppo riguarda soprattutto Campobasso” ha precisato il colonnello Luigi Delle Grazie.

L’indagine coordinata dalla Dda della Procura di Campobasso e condotta dai carabinieri della compagnia di via Mazzini ha fatto quindi emergere l’esistenza di un’associazione che gestiva stabilmente la fiorente piazza di spaccio in città. I membri avevano compiti ben precisi: c’era il ‘capo’, un 37enne che entrava in azione soltanto per richieste superiori ai 5 grammi, per il resto si occupava di impartire ordini ben precisi e soprattutto sui prezzi (50 euro a dose), c’era un rifornitore (per la prima volta nel Basso Lazio), c’era chi confezionava le dosi e c’erano le donne (mogli degli arrestati) anche loro impegnate a vendere la merce.

I carabinieri li hanno scoperti con pedinamenti, filmati con telecamere nascoste, intercettazioni telefoniche ed ambientali che hanno permesso di ricostruire l’articolazione dell’organizzazione.

Con frequenti telefonate si scambiavano informazioni sulla merce e utilizzavano un vero e proprio linguaggio in codice con i potenziali acquirenti. Con questi ultimi concordavano la compravendita e fissavano appuntamenti presso l’abitazione della coppia di Campobasso. Al termine di ogni giornata, il “capo” dell’associazione controllava e verificava la contabilità annotando entrate ed uscite.

Gli arresti di oggi “si inquadrano nell’ambito di un più vasto intervento strategico messo in campo dall’Arma dei carabinieri su impulso della Procura capoluogo – hanno detto in conferenza stampa – per prevenire e reprimere reati di natura predatoria, in materia di stupefacenti e contrastare situazioni di degrado, abusivismo e illegalità”.

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