Un sostanziale equilibrio fra centrodestra e centrosinistra, ma con tanti indecisi. È il quadro che emerge a poco meno di 3 mesi dalle elezioni regionali del Molise guardando ai sondaggi che circolano negli ultimi giorni tra gli addetti ai lavori.
Rilevamenti politici che vogliono testare l’opinione degli elettori per capire meglio la scelta dei candidati. Il quadro è incerto poiché né la coalizione di centrodestra né quella di centrosinistra hanno ancora ufficializzato i propri candidati alla presidenza né le alleanze decise in vista del voto.
In particolare sta circolando una rilevazione scientifica statistica, effettuata da Euromedia Research gli scorsi 23 e 24 marzo su un campione di 1.000 persone intervistate telefonicamente e via Internet. Da questo sondaggio emerge che il centrodestra avrebbe un vantaggio risicato rispetto al centrosinistra, con entrambe le coalizioni attestate attorno al 50%.
Ma la percentuale degli indecisi sarebbe molto alta, pari a un elettore su tre, mentre l’affluenza viene calcolata fra il 50 e il 60%. Nel centrodestra a trainare c’è Fdi, poco sotto il 30%, poi Forza Italia, Lega. Nel centrosinistra Pd e M5S praticamente alla pari oltre il 20%, quindi liste civiche e Verdi/Sinistra. Fuori dalle due coalizioni invece la compagine di Azione e Italia Viva con percentuali molto basse inferiori a quelle delle Politiche 2022.
In questo quadro vengono valutati anche i possibili candidati alla presidenza della Regione Molise. Nel centrodestra sono messi a confronto Michele Iorio, Quintino Pallante, Nicola Cavaliere e Donato Toma mentre nel centrosinistra i nomi sono quelli di Roberto Gravina, Micaela Fanelli, Domenico Iannacone e Vittorino Facciolla.
Nessuno di loro raggiunge una fiducia pari al 50% fra gli elettori che hanno risposto di conoscerli, fiducia che cala ancora di più se si prende in esame il totale delle persone intervistate, vale a dire mille cittadini molisani che rappresentano il campione della rilevazione statistica.
Mancano invece altri nomi che potrebbero essere in corsa alle regionali. Questo conferma quindi da una parte l’equilibrio regnante e dall’altra la difficoltà delle coalizioni a scegliere le personalità più giuste per cercare di vincere le elezioni del 25 e 26 giugno.
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