Il ribaltone

“9 cittadini non rappresentano 33mila termolesi”. Così il Consiglio di Stato ha riabilitato il Tunnel

La sentenza dei giudici di Palazzo Spada rimette in ballo un progetto da quasi 20 milioni finito nel dimenticatoio: la palla passa ora al Comune

“Il Comitato spontaneo No Tunnel non avrebbe dimostrato di essere in possesso dei presupposti e dei requisiti richiesti dalla giurisprudenza per poter agire in giudizio. Il Comitato annovera solamente 9 membri, su oltre 33.000 cittadini del Comune di Termoli”. È questo uno dei passaggi chiave della sentenza con cui i giudici del Consiglio di Stato hanno accolto il ricorso della De Francesco Costruzioni contro la sentenza del Tar vecchia ormai di quattro anni, che nella primavera 2019 aveva premiato il comitato No Tunnel rappresentato da Nino Barone, Pietro D’Andrea come rappresentante Fiba-Confesercenti e Nick Di Michele del M5S, segnando di fatto un’importante vittoria per gli oppositori al Tunnel di Termoli.

Oggi però la pubblicazione della sentenza del Consiglio di Stato sancisce che quella vittoria al Tar fu una vittoria di Pirro. O forse no, perché intanto sono trascorsi quasi quattro anni e l’intento degli oppositori è stato raggiunto, per il momento, dato che il progetto è stato messo in soffitta dall’Amministrazione Roberti, proprio in attesa del pronunciamento dei giudici di Roma.

“Il Consiglio di Stato ha ritenuto di ribaltare la decisione del Tar Molise ritenendo semplicemente inammissibile il ricorso per carenza di legittimazione attiva del Comitato No Tunnel che ha avuto il coraggio di denunciare e di fare causa per la difesa del bene comune” scrive oggi chi rappresentava i ricorrenti, vale a dire l’avvocato Vincenzo Iacovino.

“Tanto è vero – prosegue il legale – che solo grazie alla coscienza civica è venuto fuori che quest’opera, a differenza di quanto risulta dagli atti, necessità della VAS come poi accertato e dichiarato anche dal Tar Molise. Sul punto il Consiglio di Stato chiamato ad esprimersi ha serbato silenzio.

Adesso attendiamo le opportune decisioni della Regione e del Comune ben consapevoli che per realizzare l’opera sarà necessaria la valutazione di impatto ambientale a pena di illegittimità del progetto e dell’opera.

Come cittadini denunceremo quanto accaduto e quanto accadrà alla competente Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti per verificare ogni eventuale abuso e ogni responsabilità penale ed erariale. Noi non molliamo”.

Quattro anni fa però i giudici del Tar Molise sancirono anche che il procedimento concluso con l’aggiudicazione definitiva dell’opera da quasi 20 milioni di euro era stata legittima, respingendo quella parte di ricorso. Franco De Francesco, l’imprenditore che dovrebbe costruire il Tunnel, ha sempre ribadito di voler andare avanti. Nel 2019 aveva esplicitamente detto: “O si fa l’opera o si va incontro a risarcimenti milionari”. Più di recente, nel 2021, aveva affermato di essere pronto ad “aspettare anche 10 anni pur di realizzarla”.

Che fine ha fatto il Tunnel di Termoli? Parla De Francesco: “L’opera si farà anche se dovrò aspettare 10 anni”

 

Ora la palla torna al Comune di Termoli, che proprio nei mesi scorsi aveva tentato di trasformare il finanziamento regionale da 5 milioni di euro in un altro progetto. L’aggiudicazione definitiva mette però il Comune davanti a un bivio: dare via libera a De Francesco o sedersi a un tavolo per risarcire la ditta. Sempre che questa storia che va avanti ormai da oltre otto anni non riservi qualche altra sorpresa.

La sentenza del Consiglio di Stato

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