Lo studio

Terremoto, l’esperto: “Scossa normale in quest’area eppure persi 12 milioni di euro per studiare il sottosuolo”

Secondo Domenico Angelone, consigliere nazionale dei geologi, al terremoto di magnitudo 4.6 con epicentro a Montagano, potrebbero seguire altre scosse di intensità imprevedibile “come lo sono tutti i terremoti. Determinanti saranno le prossime ore ma va detto che il fenomeno è in linea con la storia sismica della zona e che il Molise ha dovuto restituire indietro milioni di euro per gli studi di prevenzione”

Il Molise ha vissuto nell’ultimo ventennio due importanti eventi sismici: “il terremoto di San Giuliano di Puglia del 2002 e i terremoti in basso Molise del 14 e 16 agosto 2018, che – al contrario di San Giuliano – non provocarono morti ma danni rilevanti al patrimonio edilizio. La scossa più forte è stata di magnitudo 5.1. Ieri sera, dopo tante piccole scosse nei giorni precedenti, un sisma di 4.6 ha gettato nel panico la popolazione. E la paura la comprendo, ma quello che non comprendo è la sorpresa delle autorità territorialmente competenti impegnate, così leggo dalle agenzie di stampa, a fare una nottata di controlli e verifiche. O meglio, non capisco tanta sensibilità rispetto ad evento accaduto e altrettanta indifferenza per la sicurezza e la prevenzione nei mesi e negli anni precedenti”.

A parlare è il consigliere nazionale dei geologi, Domenico Angelone. Che, con la schiettezza sua solita, senza troppi peli sulla lingua e con un linguaggio chiaro e diretto, parla di un fatto sismico “ancora in esame – dice – perché capire un terremoto, studiarlo, classificarlo, richiede tempo ed elementi non certamente reperibili a stretto giro. E poi si sa, le scosse successive, il cosiddetto sciame sismico e scosse di assestamento, sono imprevedibili. Perché sempre di terremoto si tratta e dunque, prevedere quando, l’intensità e la durata non è chiaramente nelle nostre possibilità”.

Si legge che ad originare il terremoto in Molise sia stata una rottura di circa 5 km quadrati sulla faglia e che dunque si sia attivata la struttura del sisma di San Giuliano di Puglia del 2002 “Sembrerebbe di sì – prosegue Angelone – ma per un quadro il più possibile preciso della situazione è necessario aspettare almeno 48 ore. Così come non è possibile azzardare previsioni su evoluzione regressiva o meno. Tutto quello che viene detto adesso è esercizio di stile”.

Allora in questi casi di cosa si dovrebbe parlare per studiare e capire? “Certamente non delle chiacchiere – spinge sull’acceleratore Angelone – E francamente, comprendo anche la paura delle persone non abituate a parlare di terremoti o di geologia e vulcanologia, ma va detto che una scossa di questo tipo, in un territorio come il nostro, non dovrebbe essere una notizia. La notizia invece è che la microzonazione partita a tamburo battente dopo i fatti di San Giuliano di Puglia, nostro fiore all’occhiello, apripista per il resto d’Italia, beh, adesso è ferma e abbiamo dovuto restituire pure le risorse perché la nostra regione è stata inadempiente per il loro utilizzo”.

“Ma la notte scorsa, dopo una scossa di magnitudo 4,6 politici e amministratori si sono allarmati da organizzare ricognizione e verifiche. Giusto farle, per carità. Ma quei 12 milioni restituiti al governo con Ordinanze del Dipartimento Nazionale di Protezione Civile erano destinati alla programmazione antisismica che la Regione non ha fatto. E quella stessa ordinanza di revoca prevede l’esclusione dal riparto dei fondi stanziati per le annualità 2019, 2020, 2021. Direi che siamo al paradosso”.

Perché è importante la microzonazione, Angelone lo spiega rapidamente rifacendosi a quanto accaduto ieri sera: “La gente sa che esistono zone scritte nei piani di protezione civile dove è abilitata ad andare in questi casi per stare al sicuro? No. Non lo sa. Così si butta nel primo parcheggio all’aria aperta. E se la scossa attiva una frana presente su quel parcheggio? Ecco, un esempio così rende l’idea di quanto sia importante la microzonazione (e l’informazione) e cioè  definire con studi propri e approfonditi quali sono le aree soggette a maggiore amplificazione sismica rispetto a quelle dove l’onda si attenua perché il terremoto non è una lama orizzontale che taglia tutti allo stesso modo ma se non conosci la struttura geologica che si trova sotto di noi come si fa a dire questa zona è più sicura e quest’altra meno? Una distanza di pochi metri da un punto all’altro può far rilevare, fra quei due punti, danni notevolmente diversi. La microzonazione permette il lavoro del sottosuolo in micro-particelle e quindi un’ottima strategia di prevenzione. Ma alla Regione tutto questo non importa. E noi – anche ieri sera – in un parcheggio avremmo potuto rischiare tanto quanto in una casa costruita senza alcun criterio antisismico”.

 

leggi anche
terremoto-varie-134905
L'analisi
Il ricercatore e geologo Unimol: “Sequenza in atto è campanello d’allarme, impossibile fare pronostici ma non abbassare la guardia”
commenta