Campobasso

‘Soffocare’, il corto del convitto Mario Pagano che racconta “la pandemia degli adolescenti”

Il lavoro è stato realizzato dal regista Matteo Giancaspro: “I ragazzi hanno partecipato in modo positivo, è importante che loro si sentano rappresentati”.

La generazione Z, gli adolescenti, i ragazzi che si affacciano al mondo della scuola secondaria. Visi, espressioni, atteggiamenti, comportamenti: un mix incredibile di emozioni che a scuola è possibile vivere da vicino da parte degli insegnanti. Senza dimenticare gli anni della pandemia, i mesi rinchiusi in casa per una priorità maggiore rispetto a tutto il resto: il dover spezzare le relazioni sociali per non alimentare il contagio.

Cortometraggio Mario Pagano

Ora che tutto, o quasi, sembra tornato alla normalità il tema è passato in secondo piano. Ma sotto i riflettori devono restare le problematiche vissute dai ragazzi. È proprio quanto fatto dal rettore del Mario Pagano, Rossella Gianfagna, la quale ha voluto fortemente che si realizzasse un lavoro, attraverso un cortometraggio dal titolo ‘Soffocare‘, che mettesse in evidenza come gli adolescenti abbiano vissuta la pandemia.

Cortometraggio Mario Pagano

“Per non dimenticare, è esattamente così – spiega la Gianfagna –. Abbiamo messo su un progetto di laboratorio di cinematografia l’anno scorso. I ragazzi, assieme ai professionisti, hanno studiato il testo. Abbiamo soprattutto voluto raccontare il mondo e in particolare la scuola durante il covid per gli studenti. Sembra che l’abbiamo già dimenticato. Siamo pronti per competere in tutti i festival dedicati ai corti”.

Il corto racconta la storia di due ragazzi in particolare: uno che all’apparenza appare più superficiale, l’altra piombata in una solitudine che la porta a relazionarsi solo con lo smartphone. Il finale sembra avvicinare due opposti che vivono la stessa condizione.

Cortometraggio Mario Pagano

Soffocare non è sempre solo una dimensione fisica, ma anche psicologica – racconta il giovane regista Matteo Giancaspro – che è quella che attanaglia una generazione che magari per altre priorità è stata sacrificata durante la pandemia. Questo corto parla delle conseguenze psicologiche in cui viene a mancare la socialità in un momento di crescita quale è l’adolescenza”.

Bisogna dire che gli studenti hanno partecipato con entusiasmo, mostrandosi interessati a un progetto che li ponesse al centro dell’attenzione: “I ragazzi hanno risposto positivamente, c’è stato entusiasmo. Nasce da un’iniziativa di laboratorio, di scambio: da una parte abbiamo dato insegnamenti, dall’altra loro ci davano il contenuto per il corto stesso ed esprimere quanto avevano dentro. Noi l’abbiamo messo in una storia. Il valore più grande è che loro si sentano rappresentati”.   fds

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