Campobasso

Omicidio Micatrotta, gli amici di Cristiano al processo: Di Mario tentenna, Madonna non parla

Ascoltati anche i carabinieri che quella sera procedettero al sequestro di indumenti e telefonini. Nell'analisi dei tabulati emergono almeno 68 telefonate che l'imputato fece ad Alessio Madonna "ma non ci fu alcuna telefonata a Cristiano Micatrotta" ha detto l'appuntato dei carabinieri

Nuova udienza del processo per omicidio premeditato a carico di Giovanni De Vivo. Nell’elenco dei testimoni convocati ci sono i due amici di Cristiano Micatrotta (ucciso con una coltellata) che quella sera del 24 dicembre 2021 hanno assistito ai fatti: Giuseppe Di Mario e Alessio Madonna. Quest’ultimo condannato in primo grado per rissa.

Il primo a sedersi in aula davanti ai giudici è Giuseppe Di Mario che sosterrà una deposizione lunga quasi due ore. Alle domande del Pm, Elisa Sabusco, risponde raccontando il prima e il dopo delle fasi del delitto. “Alessi mi disse che Giovanni (l’imputato, ndr), del quale pure sono amico, era fuori di se. E che voleva andre da lui per chiarire la situazione e ridargli i soldi”. Il riferimento è ai 50 euro che De Vivo, nel pomeriggio del 24 dicembre, aveva consegnato nelle mani di Cristiano Micatrotta in cambio di cocaina. Tornato a casa, l’imputato avrebbe però scoperto che non c’era stupefacente. “Diceva – ha raccontato Di Mario – che lo avevano solato” ma smentisce che Madonna volesse andare da De Vivo per il famoso “mazziatone” di cui si legge in alcune parti del fascicolo d’inchiesta, bensì “per chiarire”. Quando a riproprogli la stessa domanda, sono però gli avvocati Mariano Prencipe e Giuseppe Stellato che gli leggono la conversazione dei messaggi whatsapp ammette che sì del mazziatone si era parlato “ma io sono andato con loro perchè mi aveva chiamato un amico e per cercare di calmare gli animi”. Gli avvocati Fabio Albino e Domenico Fiorda, al termine dell’udienza ritengono che – al contrario – “Di Mario ha invece ripercorso fedelmente quello che è accaduto e non abbiamo colto esitazioni di alcun tipo”.

Alessio Madonna, chiamato a testimoniare, si è avvalso invece della facoltà di non rispondere. Imputato nel processo di appello rispetto alla condanna per rissa, è stata accolta l’istanza dell’avvocato Nicolino Cristofaro.

E’ stata poi la volta dei carabinieri che hanno proceduto ai rilievi delle prove nell’imediatezza dei fatti.

Il primo, appuntato dell’anticrimine dei carabinieri di Campobasso, che si è occupato dell’analisi dei tabulati telefonici, ha riferito delle 68 chiamate che De Vivo quella sera fece a Madonna, “ma non ebbe alcun contatto con Micatrotta”.  Il secondo, maresciallo del nucleo operativo, intervenuto nel reperto del materiale da sequestrare ha proceduto a ritirare  gli indumenti che quella sera indossavano i protagonisti dei fatti (Micatrotta, Madonna e De Vivo) meno che di Di mario del quale però fu sequestrato il telefonino assieme a quelli degli atri tre.

Terminata l’udienza, il presidente della corte d’Assise ha fissato la prossima data al 28 aprile.

 

commenta