Campobasso

Il presidente di Confindustria: “L’autonomia differenziata? Una sciagura”

Vincenzo Longobardi, intervenuto all'incontro divulgativo organizzato da Cgil, Ali e Anpi, ha analizzato i rischi del processo di regionalizzazione già avviato: "E' a rischio la sopravvivenza della regione"

L’autonomia differenziata? Sì, per le regioni più fragili o più piccole sarà un disastro. Il Molise è destinato a soccombere, del tutto. E senza alcuna chance.  E’ la sintesi dell’incontro che Cgil Molise, Anpi e Ali (autonomie locali italiane) hanno organizzato oggi pomeriggio – venerdì 10 marzo – presso la Sala Costituzione di Campobasso.

Autonomia
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“E’ necessario parlarne – ha spiegato Paolo De Socio, segretario Cgil – perché mi pare di capire che non tutti abbiano compreso quali gravi conseguenze apporterebbe l’autonomia differenziata”. E visto che non si tratta più solo di un’ipotesi perché il percorso di riorganizzazione dell’Italia è già avviato “si prevedono conseguenze drammatiche, in particolare per le regioni del Sud – continua De Socio – perché più fragili sotto molteplici profili, in particolare quello economico e sociale”.

Sì, perché il disegno di legge sull’autonomia differenziata non istituisce un fondo perequativo a supporto dei territori con minore capacità fiscale per abitante. Lo dicono anche le imprese, lo dice Vincenzo Longobardi, presidente di Confindustria: “Quello che più ci spaventa è la frammentazione del mercato, cioè l’attuazione di regolamenti diversi fra le regioni e che quindi pongono difficoltà rilevanti per le aziende che invece hanno bisogno di stabilità e unicità dei mercati. In sostanza si viaggia nel senso opposto al nostro. Noi in Molise, così piccolo, avremo difficoltà enormi a far fronte a tutti i fabbisogni. Già oggi ci sono difficoltà notevoli, non avremmo capacità di far fronte finanziariamente a quello che è lo spezzettamento delle deleghe quindi sarebbe un disastro per sanità, energia, istruzione, per tutto”.

“Abbiamo bisogno dei livelli essenziali di infrastruttura, quindi davvero sarebbe complicato molto più di quello che è e peggiorerebbe una situazione già drammatica” conclude Longobardi.

Autonomia differenziata significherebbe quindi divergenze per la scuola, la sanità, le politiche energetiche, il mondo del lavoro. E allora, rispetto a una iniziativa che rischia di trasformare i diritti dei cittadini in beni disponibili a seconda del reddito, prevedendo il riparto delle risorse in base alla capacità fiscale territoriale nell’ambito di sistemi regionali autonomi, ecco che il progetto del regionalismo differenziato “così come contemplato avrà effetti micidiali – dice De Socio – e mi meraviglia che il governatore Toma, piuttosto che preoccuparsi di tutto questo, abbia invece dato alla conferenza Stato-regioni il suo assenso”.

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