Omicidio di via vico a campobasso

Entra nel vivo il processo a De Vivo, i carabinieri: “Non fuggì e disse che si era difeso”

I due carabinieri intervenuti sul luogo del delitto la sera del 24 dicembre 2021 testimoniano davanti al giudice smentendo che l'imputato avesse tentato la fuga

Entra nel vivo il processo a Giovanni De Vivo, imputato per l’omicidio di Cristiano Micatrotta il 24 dicembre 2021 in via Vico a Campobasso. Dopo la prima udienza, perlopiù tecnica, questa mattina alle 9,30 è iniziato l’ascolto dei testimoni indicati dalle parti processuali. Dopo un primo passaggio sul consulente tecnico che si è occupato della trascrizione delle intercettazioni ambientali e telefoniche, hanno deposto davanti alla Corte i due carabinieri che la sera del 24 dicembre 2021 attorno alle 23 furono chiamati per una presunta lite in strada.

I due carabinieri hanno ricordato, rispondendo alle domande del Pm ma anche a quelle degli avvocati di parte civile e della difesa, i primi elementi rilevanti non appena arrivati in via Vico.

Uno dei due militari si è preoccupato di Cristiano Micatrotta che al loro arrivo era già adagiato sulla lettiga prossimo ad essere trasportato in ospedale, mentre l’altro si preoccupava di raggiungere, nei pressi del cancello dell’Assessorato all’agricoltura, tre persone: Alessio Madonna, Giuseppe Di Mario e Giovanni De Vivo che stavano discutendo. I primi due indicavano De Vivo: “È stato lui”.

Da qui la scelta dei carabinieri di prendere l’imputato e farlo salire in macchina. Il presidente della Corte chiede se in quella circostanza De Vivo avesse detto qualcosa e uno dei due testi risponde: “Quando gli ho chiesto cosa fosse accaduto mi ha detto che si era difeso“. E viene fuori – contrariamente a quanto emerso nell’immediatezza dei fatti – che De Vivo non è mai fuggito dopo il delitto “nè ha opposto resistenza” spiega uno dei due carabinieri chiamato a testimoniare, ma “invitato a salire in macchina, lo ha fatto”.

Nessuna delle persone sul posto aveva il coltello, trovato per terra, fotografato e sequestrato dai carabinieri. “Sul luogo del delitto abbiamo preso e sequestrato un coltello marca Tescoma sporco di sangue e un cellulare anche questo sporco di sangue e danneggiato opportunamente sequestrato”.

Ascoltati anche il medico del 118 e l’infermiera che non solo portarono Cristiano Micatrotta in ospedale ma intervennero anche successivamente in caserma per la ferita da taglio di Alessio Madonna e per i dolori che lamentava Giovanni De Vivo, tanto che nel referto, poi firmato dal medico, lo stesso consigliava indagini diagnostiche.

 

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