Per la surroga

Dopo Tedeschi, la Cassazione accoglie anche il ricorso di Di Sandro. Doveva entrare in Consiglio

Per l'esponente di FdI ora "giustizia è fatta" e si è trattato di "un atto evidentemente illegittimo fatto soprattutto per punire alcuni consiglieri 'scomodi', non troppo allineati con l’esecutivo, e per evitare l’ingresso di altri, in modo particolare di un esponente di Fratelli d’Italia". Un atto - così Di Sandro - di vera e propria cattiveria politica

Le motivazioni sono le stesse addotte per il caso-Tedeschi. Filoteo Di Sandro doveva entrare in Consiglio regionale, cosa che non successe per via dell’abolizione del meccanismo della surroga: a stabilirlo, con sentenza odierna che arriva appunto dopo quella di ieri riferita al ricorso di Tedeschi, la Suprema Corte di Cassazione (prima sezione civile). 

Filoteo Di Sandro, oggi coordinatore regionale di Fratelli d’Italia in Molise, a luglio 2020 sarebbe dovuto subentrare a Quintino Pallante, dal momento in cui quest’ultimo è stato nominato assessore (dunque entrando in Giunta e lasciando il posto in Consiglio). Di Sandro risultava infatti essere il primo dei non eletti, appunto in quota Fdi. Invece con l’abolizione – ad aprile 2020 – delle cosiddette ‘porte scorrevoli’, non potè entrare a Palazzo D’Aimmo.

La Cassazione ha accolto dunque anche il ricorso di Di Sandro e alla base della decisione ci sono le stesse motivazioni, sebbene i casi di specie siano in parte diversi, di quelle addotte per il caso-Tedeschi (che fu estromesso dal Consiglio non appena abolita la surroga insieme ad altri 3 consiglieri). La Corte ha sottolineato anche in questo caso (dopo la sentenza di ieri) che la legge non può essere retroattiva. Detto altrimenti: non si possono cambiare le regole del gioco a gioco in corso. Regole elettorali, in questo caso, che la maggioranza Toma (con il sì dei 5 Stelle e il no di Iorio e Pd) ha invece modificato a legislatura in corso.

Margherita Zezza, Pino Ruta, Massimo Romano

Anche stavolta sono stati gli avvocati Massimo Romano, Pino Ruta e Margherita Zezza a ottenere la ‘vittoria’. Così il primo: “Questa mattina la Corte Suprema di Cassazione ha accolto il ricorso che abbiamo proposto nell’interesse del dott. Filoteo Di Sandro, accertandone il diritto a ricoprire la carica di consigliere regionale a far data dalla nomina ad assessore del primo degli eletti della lista ‘Fratelli d’Italia’.
Un’altra pronuncia importantissima che ripristina il diritto costituzionale di elettorato attivo e passivo inopinatamente ed illegittimamente violato”.

Questo invece il commento dell’esponente politico, che esordisce con “Giustizia è fatta”. Anche stavolta si è dovuto attendere il terzo grado di giudizio. “La Cassazione si è pronunciata contro quell’obbrobrio di normativa regionale che prevedeva la modifica e l’immediata applicazione, in corso d’opera, della legge elettorale con l’abolizione della surroga.
Intanto vorrei ringraziare i miei avvocati, Massimo Romano, Margherita Zezza e Pino Ruta, per la serietà professionale dimostrata, anche nei rapporti personali, nel perseguire ed ‘inseguire’ la verità e la giustizia.

Un atto evidentemente illegittimo fatto soprattutto per punire alcuni consiglieri ‘scomodi’, non troppo allineati con l’esecutivo, e per evitare l’ingresso di altri, in modo particolare di un esponente di Fratelli d’Italia.
Un comportamento assurdo, una cattiveria politica mai riscontrata nella storia della nostra Regione, un accanimento contro persone votate e che avevano contribuito in maniera determinante alla vittoria del centrodestra.

Fratelli d’Italia, insieme ai propri elettori, è stato il Partito maggiormente penalizzato nel 2018, prima dal fatto che Toma non ha rispettato un accordo nazionale sottoscritto dai partiti di centrodestra, ed in seguito dall’abolizione della surroga che ha estromesso DUE consiglieri di FdI dal Consiglio.
Un danno politico e di immagine incalcolabile fatto al nostro Partito, e per tale motivo mi sono determinato a perseguire fino in fondo la verità e la giustizia”.

Dunque, conclude la Cassazione nella sentenza pubblicata oggi 2 febbraio, “La Corte accoglie il ricorso, cassa la sentenza impugnata e, decidendo la causa nel merito, ai  sensi dell’art. 384, comma 4, c.p.c., accerta il diritto di Filoteo Di Sandro a ricoprire la carica di consigliere regionale del Molise, a far data dall’accettazione della
carica di assessore da parte di Quintino Pallante e fino alla cessazione della stessa”.

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