La battaglia è iniziata

Autonomia differenziata e rischi per il Molise. “Non riusciremo ad attuare i diritti fondamentali. Non ci arrendiamo”

Con Cgil, Anpi, Confindustria, Legacoop e Uniti per la Costituzione, prende il via la mobilitazione contro la proposta Calderoli, per un regionalismo più maturo e solidale. Ieri il convegno a Campobasso

Per Micaela Fanelli, del Partito Democratica, è iniziata la ‘battaglia delle battaglie’ per il Molise. Attori di questa ‘lotta’ Cgil, Anpi, Lega delle Autonomie Locali, Confindustria, Legacoop e Uniti per la Costituzione.

È iniziata ieri sera, dalla Sala della Costituzione a Campobasso, infatti la loro mobilitazione contro la proposta leghista di autonomia differenziata, “che sentenzierebbe la fine di ogni diritto per il Mezzogiorno e per la nostra regione in particolare”.

leggi anche
Autonomia
Campobasso
Il presidente di Confindustria: “L’autonomia differenziata? Una sciagura”

 

Una riforma difficile da far comprendere, perché tocca più livelli dell’architettura dello Stato, il cui significato è però tutto racchiuso nella prima domanda posta dal professor Gianfranco Viesti nel suo intervento: alla luce di quello che sta succedendo, i cittadini starebbero meglio o peggio?

In qualità di vicepresidente nazionale della Lega delle Autonomie Locali, a me è stato affidato il compito di articolare la risposta dal punto di vista del Molise, spiegando come la situazione dei diritti sociali e civili dei molisani peggiorerebbe ancor di più.

In Consiglio regionale, in questi ultimi 5 anni, ho sollecitato più volte la discussione sulle riforme istituzionali e di regionalismo in generale, per riflettere sul significato e sulla portata dell’autonomia differenziata per una piccola regione come il Molise, che non riesce più a garantire i diritti fondamentali ai suoi cittadini. Un ragionamento che ho proposto su più piani.

Il primo, una riflessione su macroregionalismo e cooperazione rafforzata, supportato da uno studio specifico della Svimez, che ha portato il Consiglio regionale, all’unanimità, ad un ordine del giorno che impegnava Toma ad avviare interlocuzioni con le altre regioni a norma dell’articolo 117 comma 8 della Costituzione sulle collaborazioni rafforzate.

Il secondo, sempre con una mozione approvata all’unanimità dal Consiglio, per porre un argine alle varie iniziative regionali sull’autonomia, impegnando il Presidente della Regione a rivolgersi al Governo per la tutela dei livelli essenziali di assistenza delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, da garantire su tutto il territorio nazionale e che il trasferimento di risorse sulle materie assegnate alle regioni fosse ancorato esclusivamente a oggettivi fabbisogni territoriali, escludendo ogni riferimento agli indicatori di ricchezza.

La mozione, inoltre, chiedeva di promuovere presso il Consiglio dei Ministri e la conferenza delle Regioni un’adeguata ripresa della legge 42/09, ivi inclusa la definizione dei costi standard e il principio secondo cui la ripartizione del fondo perequativo tenesse conto, per le regioni con minore popolazione, del fattore della dimensione demografica in relazione inversa alla dimensione demografica stessa; e che il Governo subordinasse ogni tipo di intesa che preveda trasferimenti di poteri e risorse alle regioni fino alla preventiva definizione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale (art. 117 Cost).

Da ultimo, con mio forte sostegno alla proposta, l’approvazione della legge sulla Conferenza delle regioni.

Come forze progressiste, avvertiamo dunque da tempo la necessità di fare una valutazione sul regionalismo a 51 anni dalla celebrazione del primo Consiglio Regionale, alla luce del fatto che in Molise non riusciamo più a dare attuazione ai diritti di cittadinanza fondamentali quali la sanità, il trasporto pubblico, l’assistenza agli anziani.

In questo quadro, nel frattempo, è stata approvata la proposta Calderoli sull’autonomia differenziata che comporterà evidenti criticità per tutto il mezzogiorno e velleitarie appaiono le argomentazioni di Toma sulla necessità di individuare tecnicamente i Lep, per poi potervi dare attuazione. Perché non è un rilievo statistico quello del disegno Calderoli, ma l’avvio di una procedura che mette in condizione di chiedere autonomia per territori più ricchi insieme alle risorse finanziarie, violando non solo la Costituzione, ma anche la prima proposta di Calderoli stesso sul federalismo fiscale, la legge 42/09 – mai attuata – nella quale eravamo riusciti a far inserire il sacrosanto principio che le regioni più piccole e povere andavano aiutate di più e non di meno!

Ed è proprio questo il valore dell’incontro di ieri sera, dal Molise parte una forte opposizione a questa proposta di autonomia differenziata e al tempo stesso una forte richiesta di riforma del testo, per approdare ad un regionalismo più maturo a una cooperazione rafforzata, che può anche arrivare alle macroregioni e parallelamente la richiesta di attuazione della Costituzione in modo più consono ai principi di coesione e di solidarietà.

Perché il Molise può vincere questa battaglia, come la vinse nel 2019, grazie a 50 amministrazioni comunali che impugnarono il blocco del fondo perequativo comunale voluto da Calderoli e Bossi. Una causa mai chiusa e che ovviamente non avrebbero mai potuto farci vincere, ma che determinò lo sblocco del principio di perequazione e la ripresa di una più equa distribuzione fra comuni, con un aumento significativo per quelli a minore gettito come i nostri.

Ieri, dunque, l’inizio di un nuovo percorso comune, primi sul territorio regionale e fra i primi su quello nazionale, nel mettere in luce, con tutti i punti di vista partenariali, che cosa è per il Molise il rischio autonomia differenziata.

E per lanciare un messaggio forte e chiaro: non solo non siamo vinti, ma siamo pronti ad opporci con una controproposta di qualità, per una nuova organizzazione dello Stato e per una più matura discussione politica. Perché non è possibile eleggere rappresentanti istituzionali che non prendono posizione, non alzano la barricate, non difendono i diritti dei propri cittadini, non alzano la testa, per difendere le proprie posizioni a scapito di quelle di tutti i molisani.

C’eravamo ieri, ci saremo oggi e domani, insieme alla Cgil, all’Anpi, a Confindustria, a Legacoop e a tutte le associazioni e ai cittadini che non accetteranno, mai, di rinunciare ai propri diritti costituzionalmente garantiti.

leggi anche
Autonomia
Campobasso
Il presidente di Confindustria: “L’autonomia differenziata? Una sciagura”
sud
'non in mio nome'
Autonomia differenziata, lanciata petizione online contro il disegno di legge e i governatori che si sono accodati
commenta