I dati

Siccità, per ora l’allarme non è qui: dighe e fiumi del Molise resistono meglio che altrove

Sul Liscione livello identico al 2022, a Occhito la portata è nettamente aumentata mentre a Chiauci proseguono i lavori e a primavera si conta di toccare la quota massima per poi distribuire acqua

Un allarme siccità in Molise ad oggi non c’è. La situazione della nostra regione, così come quella di altre regioni limitrofe, è molto diversa da quella del Nord Italia e dai territori bagnati da un Po sempre più secco. Vuoi per la quantità diversa di precipitazioni, vuoi per il minor consumo industriale e agricolo, al momento i maggiori bacini idrici molisani non danno segnali di difficoltà. Il che chiaramente non vuol dire che la siccità non colpisca anche la nostra regione.

È vero infatti che il panorama del lago di Guardialfiera rimanda subito a un’immagine di territorio in fase di prosciugamento. Ma i dati riferiscono una sostanziale corrispondenza fra il livello idrico 2023 e quello di un anno fa. “Siamo a 117,80 metri sul livello del mare, l’anno scorso erano 117,78 metri” riferisce l’ingegner Carlo Tatti di Molise Acque a proposito della Diga del Liscione. I dati si riferiscono a giovedì 23 febbraio. “Anche il livello delle precipitazioni non ci preoccupa, inoltre è attesa nei prossimi giorni un’ondata di maltempo”.

Atteso infatti un brusco calo delle temperature e nuove precipitazioni dopo qualche settimana a secco. La pioggia dovrebbe bagnare un po’ tutto il Molise mentre difficilmente tornerà la neve. Se quella caduta nelle scorse settimane sarà stata sufficiente a rimpinguare le sorgenti matesine e il fiume Biferno lo scopriremo nei mesi prossimi.

Situazione che sembra rassicurante a Occhito, luogo della diga al confine fra Molise e Puglia. Al 24 febbraio 2023 la disponibilità idrica era di oltre 210 milioni di metri cubi d’acqua, con la quota idrica che arrivava a 192,35 metri. Alla stessa data del 2022 invece i metri cubi erano poco più di 156 milioni e la quota sul livello del mare 187,89 metri secondo i dati disponibili sul sito del Consorzio di bonifica della Capitanata, l’ente che gestisce l’invaso.

Discorso differente per la diga di Chiauci, che sorge al confine fra Molise e Abruzzo. “Attualmente non stiamo invasando – riferisce l’ingegner Gilda Buda -. Sono in corso dei lavori di impermealizzazione della diga. Ci vorranno altri 20 giorni, poi la diga verrà nuovamente riempita e potrà arrivare fino a 9 metri cubi d’acqua e 750 metri sul livello del mare, ma dipenderà dal collaudo. A quel punto rilasceremo acqua”.

L’ingegnere spiega che “la diga di Chiauci è molto piccola e viene riempita facilmente”. L’invaso sfrutta l’acqua del Trigno che a quanto pare non sta mostrando segni di prosciugamento. “Non abbiamo problemi, non siamo preoccupati. La portata del fiume è buona e il bacino imbrifero è importante”. Uno dei problemi è che nel percorso che porta acqua da monte fino ai comuni “c’è un tratto che viaggia in alveo e c’è una dispersione importante, servirebbe un’adduzione”. Acqua che arriva anche in Basso Molise, sia a Montenero di Bisaccia che al Consorzio di bonifica di Termoli, per scopi esclusivamente irrigui. L’Abruzzo viceversa lo utilizza anche per scopi industriali e domestici ma soltanto a Vasto marina e San Salvo marina, dopo la necessaria potabilizzazione.

Per una volta quindi il Molise è messo meglio di altre regioni. Nel Lazio ad esempio, l’Aniene è a meno della metà della media storica di portata e in calo sono anche i fiumi Sacco e Liri. In sofferenza anche i laghi di Bracciano, il Nemi e il Trasimeno.

In Abruzzo e Molise le prospettive idriche sono buone a causa di un quantitativo di neve al suolo piuttosto consistente (65 centimetri di neve a Campitello Matese). In leggero calo anche i fiumi della vicina Campania, in particolare il Volturno è dato in discesa dalla sorgente molisana fino alla foce, con valori inferiori agli scorsi 6 anni. Al contrario, crescono le riserve d’acqua invasata nei serbatoi della Capitanata (+81 milioni di metri cubi sul 2022).

Come al solito però occorre essere prudenti nell’utilizzo ed evitare sprechi. I guai del Po e dintorni potrebbero non essere un caso isolato. E di mezzo c’è sempre il progetto di dare alla vicina Puglia una grossa quota della nostra acqua.