Un allarme siccità in Molise ad oggi non c’è. La situazione della nostra regione, così come quella di altre regioni limitrofe, è molto diversa da quella del Nord Italia e dai territori bagnati da un Po sempre più secco. Vuoi per la quantità diversa di precipitazioni, vuoi per il minor consumo industriale e agricolo, al momento i maggiori bacini idrici molisani non danno segnali di difficoltà. Il che chiaramente non vuol dire che la siccità non colpisca anche la nostra regione.
È vero infatti che il panorama del lago di Guardialfiera rimanda subito a un’immagine di territorio in fase di prosciugamento. Ma i dati riferiscono una sostanziale corrispondenza fra il livello idrico 2023 e quello di un anno fa. “Siamo a 117,80 metri sul livello del mare, l’anno scorso erano 117,78 metri” riferisce l’ingegner Carlo Tatti di Molise Acque a proposito della Diga del Liscione. I dati si riferiscono a giovedì 23 febbraio. “Anche il livello delle precipitazioni non ci preoccupa, inoltre è attesa nei prossimi giorni un’ondata di maltempo”.
Atteso infatti un brusco calo delle temperature e nuove precipitazioni dopo qualche settimana a secco. La pioggia dovrebbe bagnare un po’ tutto il Molise mentre difficilmente tornerà la neve. Se quella caduta nelle scorse settimane sarà stata sufficiente a rimpinguare le sorgenti matesine e il fiume Biferno lo scopriremo nei mesi prossimi.
Situazione che sembra rassicurante a Occhito, luogo della diga al confine fra Molise e Puglia. Al 24 febbraio 2023 la disponibilità idrica era di oltre 210 milioni di metri cubi d’acqua, con la quota idrica che arrivava a 192,35 metri. Alla stessa data del 2022 invece i metri cubi erano poco più di 156 milioni e la quota sul livello del mare 187,89 metri secondo i dati disponibili sul sito del Consorzio di bonifica della Capitanata, l’ente che gestisce l’invaso.
Discorso differente per la diga di Chiauci, che sorge al confine fra Molise e Abruzzo. “Attualmente non stiamo invasando – riferisce l’ingegner Gilda Buda -. Sono in corso dei lavori di impermealizzazione della diga. Ci vorranno altri 20 giorni, poi la diga verrà nuovamente riempita e potrà arrivare fino a 9 metri cubi d’acqua e 750 metri sul livello del mare, ma dipenderà dal collaudo. A quel punto rilasceremo acqua”.
L’ingegnere spiega che “la diga di Chiauci è molto piccola e viene riempita facilmente”. L’invaso sfrutta l’acqua del Trigno che a quanto pare non sta mostrando segni di prosciugamento. “Non abbiamo problemi, non siamo preoccupati. La portata del fiume è buona e il bacino imbrifero è importante”. Uno dei problemi è che nel percorso che porta acqua da monte fino ai comuni “c’è un tratto che viaggia in alveo e c’è una dispersione importante, servirebbe un’adduzione”. Acqua che arriva anche in Basso Molise, sia a Montenero di Bisaccia che al Consorzio di bonifica di Termoli, per scopi esclusivamente irrigui. L’Abruzzo viceversa lo utilizza anche per scopi industriali e domestici ma soltanto a Vasto marina e San Salvo marina, dopo la necessaria potabilizzazione.
Per una volta quindi il Molise è messo meglio di altre regioni. Nel Lazio ad esempio, l’Aniene è a meno della metà della media storica di portata e in calo sono anche i fiumi Sacco e Liri. In sofferenza anche i laghi di Bracciano, il Nemi e il Trasimeno.
In Abruzzo e Molise le prospettive idriche sono buone a causa di un quantitativo di neve al suolo piuttosto consistente (65 centimetri di neve a Campitello Matese). In leggero calo anche i fiumi della vicina Campania, in particolare il Volturno è dato in discesa dalla sorgente molisana fino alla foce, con valori inferiori agli scorsi 6 anni. Al contrario, crescono le riserve d’acqua invasata nei serbatoi della Capitanata (+81 milioni di metri cubi sul 2022).
Come al solito però occorre essere prudenti nell’utilizzo ed evitare sprechi. I guai del Po e dintorni potrebbero non essere un caso isolato. E di mezzo c’è sempre il progetto di dare alla vicina Puglia una grossa quota della nostra acqua.