La decisione

Prezzi materiali edili “troppo bassi”, il Tar dà ragione ai costruttori: “Ora la Regione si adegui”

Lo scorso 27 gennaio la sentenza del Tribunale amministrativo che ha sospeso il prezziario regionale delle opere edili 2022. Il presidente Corrado Di Niro: "Regione e stazioni appaltanti devono adeguarsi alla norma e tornare al prezziario 2021 maggiorato del 20%".

Aumento dei costi, materiali edili spesso difficili da reperire, prezzi che devono adeguarsi alle norme. Qui si parla di lavori pubblici, appalti commissionati da Regione, Comuni e Province. Più nello specifico, c’è una sentenza del Tar Molise che lo scorso 27 gennaio ha dato ragione all’associazione degli imprenditori Acem-Ance sospendendo il prezziario regionale delle opere edili 2022.

Ma di cosa si tratta in parole povere? “Il prezzario regionale è l’elenco prezzi, i costi unitari delle lavorazioni per l’esecuzione delle opere – spiega il presidente Acem-Ance Corrado Di Niro -. Per fare un esempio concreto, parliamo dei prezzi di tutti gli elementi che servono alle lavorazioni, dall’intonaco ai lampioni alle strade. Questo prezziario serve ai progettisti che realizzano il computo metrico, ovvero la quantità di lavorazioni che occorre per realizzare, ad esempio, una scuola. Con questi elementi si va in gara d’appalto”.

E veniamo ai fatti. A luglio 2022 la Regione approvato un prezziario che “secondo noi non riusciva a coprire i costi che le imprese sostenevano, visto che i prezzi unitari erano più bassi di molto rispetto ai prezzi di mercato in ragione anche del caro materiali”.

Corrado Di Niro

Ed ecco perché si è proceduto con il ricorso al Tar Molise come Acem-Ance. Il Tribunale amministrativo “ci ha dato ragione sospendendo il prezziario”.

Cosa è successo a quel punto? “E’ tornato in vigore l’ultimo prezziario in vigore al 31 dicembre 2021, maggiorato fino al 20% (la norma dice che il precedente prezziario andava maggiorato fino al 20%, decreto aiuti quater, ndr).

Di conseguenza, l’Acem ha comunicato alla Regione Molise e a tutte le stazioni appaltanti (Province e Comuni) di osservare la norma, ovvero di tornare al prezziario 2021 “per le gare d’appalto che devono essere applicate per eventuali compensazioni di prezzi”.

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