Il riconoscimento di mattarella

A 17 anni Mario Amatuzio è Alfiere della Repubblica: “Bullizzato, ora combatto la prepotenza”

Mario Amatuzio, 17 anni, di Bojano e la nomina di “Alfiere della Repubblica”. Attestato d’Onore che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, gli ha conferito qualche ora fa e che è anche il riconoscimento non soltanto per le sue battaglie contro il bullismo e le discriminazioni di cui questo giovanissimo studente dell’Istituto Tecnico Economico di Bojano si è sempre reso protagonista, ma anche il riscatto rispetto a chi, in passato, lo ha prevaricato e sì, anche bullizzato.

Lo racconta proprio lui, in una chiacchierata con noi. Prima parliamo al telefono con papà Carmine e la sorella più grande Andra, che si dicono sorpresi e commossi, e poco dopo arriva Mario che, altrettanto emozionato, con fare garbato e gentile si scusa: “Mi perdoni, ma sono ancora un po’ sbalordito”.

Non preoccuparti. Rompiamo il ghiaccio con la domanda canonica: come stai?

“Suvvia, direi bene. Mi sono ritrovato con tanti suoi colleghi che volevano intervistarmi e non me lo aspettavo, insomma per un attimo sono rimasto disorientato”.

Ma sei stato nominato giovane “Alfiere della Repubblica Italiana”, non è da tutti…

“Sì, questo lo so. Ma non mi aspettavo neanche questa nomina né se lo aspettavano i miei familiari, quindi siamo stati tutti travolti da emozioni difficili da gestire”.

Come ti è arrivata la comunicazione di questo attestato?

“Attraverso la scuola. La professoressa Italia Martusciello mi ha mandato a chiamare, inizialmente fingeva ambiguità per creare suspence, ma alla fine, commossa, mi ha detto del riconoscimento. E, insomma, è stato un colpo allo stomaco e uno al cuore”.

Nelle motivazioni di Mattarella non c’è soltanto la tua azione di aiuto alle persone sole durante il periodo del covid, ma ci sono anche i tuoi continui gesti a difesa dei ragazzi più fragili, le tue azioni per favorire la loro inclusione, la tua dura battaglia contro il bullismo. Posso chiederti, perché?

“Perché io per primo ho assaporato il disagio dell’emarginazione, dell’esclusione e del bullismo. In passato sono stato molte volte bullizzato a causa del mio aspetto fisico. Gruppi di spavaldi che mi hanno denigrato allontanandomi dagli altri e favorendo la mia solitudine. Esperienze che, crescendo, ho maturato ideali che mi hanno poi spinto a fare quello che faccio: combattere le prepotenze con tutti gli strumenti a me permessi”.

E gli anziani soli durante il covid?

“Aiutare gli altri, in realtà, è uno dei valori che mi ha sempre inculcato la mia famiglia e che ho ritrovato come tema costante anche a scuola. Quindi per me è tutto molto naturale”.

Andrai adesso al Quirinale?

“Oddio, non lo so. Non ci sto pensando”.

Hai 17 anni, sei al quarto anno dell’ Istituto tecnico Economico, da grande che vuoi fare?

“Che bella domanda (ride). Non so ancora di preciso, però posso dire di essere particolarmente interessato alle materie in ambito economico”.

Caro il nostro “Alfiere” molisano, ora un messaggio a chi ha continuamente il delirio di prevaricazione sull’altro lo vogliamo lasciare?

“Ma guardi, più che a loro io lascerei un messaggio a chi subisce quei comportamenti. A loro dico: non arrendetevi al bullismo, non lasciatevi demolire dal fango delle parole e dalle brutture delle azioni. Non siete voi ad avere problemi ma loro. Altrimenti, sicuramente, agirebbero in maniera diversa. E poi, parlate. Non abbiate paura né vergogna di parlarne, a casa e a scuola”.

Allora, Mario, congratulazioni vivissime. Credo di poterlo dire a nomi di molti: siamo orgogliosi di te.

“Grazie mille, spero di custodire questo onore per sempre”.

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