Nell'epoca della crisi climatica

La Puglia vuole l’acqua molisana da Occhito, Liscione e Piano dei Limiti senza compensazioni: “Qualcuno sa e tace?”

Incontro istituzionale in Puglia con al centro tre interventi per portare acqua dal Molise. Duro l'ex consigliere Ciocca: "Offensivo discuterne senza che da noi si sappia"

La Puglia insiste per avere l’acqua molisana, ma di ristori non se ne parla. Nella giornata di ieri infatti si è tenuta una riunione tra il vicepresidente della Regione Puglia e assessore alle Infrastrutture e Risorse idriche, Raffaele Piemontese, e il presidente del Consorzio per la Bonifica della Capitanata, Giuseppe De Filippo. Una riunione in cui si è fatto il punto sulle opere da realizzare per poter portare dal Molise alla Puglia una grossa mole d’acqua. Un tema sul quale nei mesi scorsi si era accesa la battaglia politica con M5S e Pd a chiedere conto a Toma.

Oggi è l’ex consigliere regionale Salvatore Ciocca a tornare sull’argomento. “È addirittura offensivo che un’altra regione discuta e magari decida dell’ulteriore utilizzo della nostra acqua senza che il Molise (sembrerebbe) ne sia a conoscenza. O qualcuno sa e tace?” si chiede Ciocca su Facebook.

Come si può leggere sul sito istituzionale della Regione Puglia “Piemontese e De Filippo sono partiti dalla piena condivisione degli obblighi dettati dal piano di sicurezza per cui la Diga di Occhito non può mai raggiungere la sua piena capacità di 250 milioni di metri cubi di acqua, a costo di doverne riversare in mare 30 o 40 milioni di metri cubi, per poter ricevere le acque del Fortore che dovessero straripare.

Evento già avvenuto il 5 marzo 2005, quando l’Italia fu divisa in due per la chiusura dell’autostrada A14, della Strada statale 16 Adriatica e della ferrovia nei tratti fra Termoli e Lesina.

Fu proprio a seguito di quell’evento che fu varato un cosiddetto piano di laminazione dell’invaso di Occhito, per cui, al raggiungimento di 192 metri sul livello del mare, le paratoie vengono posizionate per lasciar defluire l’acqua raccolta verso il mare in modo da poter accogliere eventuali piene e proteggere dalle alluvioni vite umane, campagne, fabbricati e infrastrutture”.

All’incontro ha partecipato anche il dirigente della Sezione Risorse idriche della Regione Puglia, Andrea Zotti, il direttore generale e il direttore dell’area ingegneria del Consorzio di Bonifica della Capitanata, Francesco Santoro e Raffaele Fattibene. Il Consorzio di Bonifica della Capitanata è tra l’altro l’ente che gestisce la diga di Occhito, che sorge al confine fra il territorio molisano e quello pugliese.

“Nell’incontro – prosegue il resoconto della Regione Puglia – è stato il fatto il punto su tre interventi su cui tornare a confrontarsi, a breve, per scandire i tempi operativi: il collegamento di 10 chilometri dalla diga del Liscione, in provincia di Campobasso, e il potabilizzatore di Finocchito, in provincia di Foggia, che porterebbe in Puglia un volume medio annuo stimato in 40-60 milioni di metri cubi d’acqua che attualmente il Molise è costretto a sversare in mare; il progetto della nuova Diga di Piano dei Limiti, sempre al confine tra Puglia e Molise, che arriverebbe a raccogliere 42 milioni di metri cubi d’acqua; il progetto per un invaso a Palazzo d’Ascoli, in piena provincia di Foggia, per una capacità di 70 milioni di metri cubi d’acqua, che servirebbe in particolare una porzione della Capitanata tra le più fertili per la produzione ortofrutticola”.

In sostanza tre interventi che non possono non riguardare il Molise, ma al momento non si è mai parlato di possibili compensazioni per la nostra regione. “Vabbè, sono appena 45 anni – scrive oggi Ciocca – che la Puglia attinge alla nostra acqua senza alcun ristoro e soprattutto senza che né i politici molisani, né Molise Acque facciano qualcosa al proposito”.

Senza contare, e forse questo è l’aspetto più preoccupante, che nello scorso autunno per la prima volta il Molise ha conosciuto un parziale razionamento idrico dovuto all’inaridimento delle fonti sorgive del Matese. Un fatto che non può non allarmare considerando il cambiamento climatico in atto e i periodi di siccità che inevitabilmente arriveranno nel prossimo futuro.

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