Inverno & spopolamento

Il Molise nella morsa del freddo: l’inverno e l’ “altro gelo”

Temperature polari, con la colonnina di mercurio in picchiata e il possibile ritorno della neve. Ma c’è una “rigidità” che spaventa più del meteo

Il Molise resta nella morsa del gelo. Col freddo alto, che spezza i respiri, che s’insedia quasi sotto la pelle, irrigidendone i contorni. Pure borghi e città sembrano immobili. Le strade restano vuote anche in lunghi tratti del capoluogo: troppo forte, di questi tempi, il richiamo irrinunciabile del focolare. Durerà ancora un po’ il colpo di coda dell’inverno, con qualche altra possibile sferzata: i fiocchi bianchi potrebbero tornare a posarsi (e sono tornati) da queste parti, trascinati dall’aria fredda dei balcani lungo l’intero cordone meridionale. Ma le precipitazioni nevose – dicono i meteorologi – non dovrebbero essere particolarmente severe; la colonnina di mercurio però continuerà a scendere ancora di qualche grado e per le schiarite bisognerà con ogni probabilità attendere il weekend.

Eppure è un “altro gelo” a far più paura. Quello dell’abbandono e dello spopolamento, talvolta suggeriti – oltre che dalla mancanza di reali opportunità di realizzazione e valorizzazione personale – anche da un certo disamore, da indirizzi emotivi incapaci di dedicare ascolto e cura alle possibilità di questa terra dalle bellezze molteplici. Per continuare ad esistere bisogna pensare di dover resistere, restando: come tributo d’amore, come carezza da restituire. Un bacio lanciato controvento, che in qualche modo prima o poi tornerà a sfiorarci le gote, riportato indietro dal soffio del destino.

Del resto, si può imparare anche dalla rigidità dell’inverno. A raccogliersi, a non “evaporare” nel baccano di facili distrazioni e altrove ideali, a riscoprire tra le dune di silenzi interiori le fatidiche soluzioni a problemi e dolori: i propri e quelli degli altri. A scorgere, nelle distanze coperte dai manti di neve, nuovi percorsi su quel bianco che tutto rende uguale. Majakovski, in fondo, aveva forse ragione: “Mai potrai smettere di amare la terra con cui hai condiviso il freddo”.

 

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