L'iniziativa

Edicole che vendono anche generi alimentari: la proposta di legge per non farle sparire

Il progetto è dell’assessore regionale al lavoro Filomena Calenda: “Rendere possibile la commercializzazione di prodotti diversi da quelli editoriali”.

Le edicole stanno diventando luoghi di nicchia. Nelle città se ne contano sempre meno, nei paesi fortunato chi ancora ce l’ha. È purtroppo la crisi irreversibile dovuta al calo drastico subito negli ultimi anni dalle vendite dei giornali e della distribuzione sempre più complessa. Ecco perché da più fronti arrivano proposte di trasformazione delle edicole, che possono essere potenziate offrendo diversi servizi.

Va in tale direzione la proposta di legge dell’assessore regionale alle politiche del lavoro, Filomena Calenda: “Per far fronte a questa che nella nostra Regione è una vera e propria emergenza, ho presentato una proposta di legge con lo scopo di permettere l’ampliamento delle prospettive di sviluppo economico dei punti vendita esclusivi di stampa quotidiana e periodica, i quali potranno offrire un miglior servizio alla propria clientela con la vendita di ulteriori prodotti anche di natura alimentare, che non necessitano di manipolazioni”.

D’altronde, prosegue l’esponente di maggioranza, “sempre più frequentemente assistiamo ad un processo che sembra inesorabile e che vede sparire dai nostri comuni le edicole, alle prese con una crisi che da troppo tempo le ha investite, legata per lo più alla più generale crisi della carta stampata. In alcuni paesi della nostra Regione ha chiuso i battenti anche l’unica edicola presente, baluardo di informazione”.

filomena calenda

In tal senso hanno già legiferato Sardegna, Lazio, Puglia, Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sicilia, Toscana e Veneto. “Una proposta che mira a rendere possibile la commercializzazione di prodotti diversi da quelli editoriali, quali pastigliaggi confezionati, prodotti alimentari non deperibili che non necessitano di particolari trattamenti di conservazione incluse le bevande preconfezionate e pre-imbottigliate e prodotti del settore non alimentare, purché l’attività prevalente rimanga quella della vendita di quotidiani e periodici” specifica Calenda.

Insomma, un modo per provare a “raccogliere il grido di aiuto che sempre più chiaramente arriva dal mondo degli edicolanti, sempre più in evidente difficoltà. Vogliamo con questa proposta esserci e assumere un impegno concreto per dare linfa al settore sperando di riuscirne a garantirne la presenza nei nostri paesi. Sono attività preziose che vanno sostenute e difese. Ampliare le loro facoltà significa certamente garantire loro una maggiore, concreta possibilità”.

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