Il video da vasto

Il racconto del pescivendolo: “Ha detto ‘vi sparo’, mia moglie sfiorata dal taser e io ammanettato, perquisito e denudato”

Il pescivendolo Giovanni De Rosa annuncia che sporgerà querela contro gli agenti che l'hanno ammanettato e denunciato per resistenza a pubblico ufficiale. Secondo l'avvocato dei due poliziotti "la parte offesa sono loro"

Denuncerò il poliziotto, spero non porti più quella divisa”. Il giorno dopo per il pescivendolo Giovanni De Rosa, suo malgrado protagonista di un video che sta facendo il giro d’Italia tramite giornali e social, è quello dell’amarezza per quanto successo. Ammanettato davanti a decine di testimoni per non aver fornito le generalità a due poliziotti che stavano facendo una multa per divieto di sosta davanti alla sua pescheria ‘Shark’ in via Crispi, a Vasto.

Nella città abruzzese ma anche nel vicino Molise, non si parla d’altro. Molti sono rimasti scioccati dalla brutalità con cui il poliziotto 48enne di Petacciato e il suo collega hanno voluto caricarlo sulla pattuglia per portarlo in commissariato.

Al punto che sono molti a chiedersi cosa sia successo prima che qualcuno iniziasse a girare quel video. “È successo che loro avevano già fatto una multa a un cliente che era in divieto e ne stavano facendo un’altra a una persona che conosco bene perché viene in pescheria quasi tutti i giorni. Va detto che c’erano mezzi in divieto anche sul lato opposto, compreso un furgone sistemato sulla piazzola autobus, ma i poliziotti stavano facendo dei verbali solo ai miei clienti”.

È a quel punto che Gianni decide di andare a parlare con gli agenti. “Ho picchiato con un dito sul finestrino del lato passeggero, chiedendo di poter dire una cosa. Lui (l’agente di Petaciato, ndr) ha immediatamente aperto la portiera schiacciandomi contro un’altra macchina parcheggiata. È lì che inizia il video”.

Il negoziante ribadisce che, come si sente più volte nel filmato, “non avevo i documenti con me, non è obbligatorio averli addosso. Tanto è vero che il mio avvocato poi è dovuto andare a casa mia a prenderli per portarli in commissariato”.

Lì a quanto pare è successo qualcos’altro. “Sono stato denudato e perquisito da quegli stessi agenti. Perché? Forse hanno voluto accertarsi che, come detto da qualcuno mentre mi arrestavano, mi sono operato da poco e ho dei punti di sutura. Sono rimasto in commissariato tre ore circa. Solo dopo sono potuto andare a farmi refertare”.

La sua giornata è infatti proseguita in ospedale. “Ho i polsi gonfi per le manette e mi fa male tutto il costato”. Sia lui che sua moglie Sara si sono beccati una denuncia per resistenza a pubblico ufficiale. “Lei è stata sedata, ieri non riusciva nemmeno a parlare”. Emerge però un altro particolare. “Mentre mi arrestavano come si vede nel video, qualcuno ha chiamato i carabinieri. Loro sono effettivamente arrivati e sono stati così gentili da offrirsi di accompagnare con la loro auto mia moglie in commissariato. Così hanno fatto”.

Sull’uso del taser Giovanni aggiunge: “Mia moglie è stata sfiorata dal taser e ha fatto un balzo di mezzo metro. Chiaramente ci siamo spaventati, non siamo esperti, non sappiamo la differenza fra una pistola elettrica e una normale. Il poliziotto ha detto proprio ‘vi sparo’”.

taser polizia vasto

Il mio cliente non ha sparato, e comunque i due sono stati provocati dal titolare della pescheria che si è frapposto tra gli agenti e la multa che stavano facendo. I due agenti, in sostanza, sono parte offesa in questa vicenda che si è voluta far passare come qualcosa di diverso da quanto realmente accaduto” dice a Primonumero Fiorenzo Cieri, il legale degli agenti di polizia protagonisti di un caso che a distanza di 48 ore continua a tenere banco. L’avvocato sottolinea che “finora la denuncia se la sono presi l’esercente e la moglie, non certo gli agenti” e riferisce di stare valutando eventuali denunce contro chi ha diffuso il video divenuto virale: “Ci stiamo pensando a breve decideremo”.

Di sicuro i due coniugi non intendono lasciare che l’episodio si chiuda così. “Denunceremo il poliziotto che ha estratto il taser. Voglio che si tolga quella divisa perché non è degno di portarla e spero che quell’arma la usi in modi migliori e non come ieri. Non lo conoscevo, in pescheria non era mai venuto, ma non si interagisce così con le persone. Io non mi sono rifiutato di fornire i documenti né sono stato intimidatorio”.

Il risvolto della medaglia – l’unico-  di tutta questa storia, per Gianni è “la grande solidarietà che ho ricevuto. Sono stati in migliaia a manifestarmela. Se fossi stato un poco di buono non sarebbero stati così tanti”.

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