Il delitto di via vico

Omicidio Micatrotta, processo si apre con un colpo di scena: riflettori su un coltello trovato a casa di Alessio Madonna

Oggi – 9 febbraio 2023 – si è aperto il processo per la tragica morte di Cristiano Micatrotta, il geometra di 38 anni rimasto ucciso da una coltellata la notte fra il 24 dicembre e il 25 dicembre 2021 in via Giambattista Vico a Campobasso.

Alla sbarra, Giovanni De Vivo, 37 anni (all’epoca dei fatti) accusato di omicidio premeditato.

L’udienza in Corte d’Assise si è aperta poco dopo le 9 e 30. In aula, la pubblica accusa rappresentata dalla dottoressa Elisa Sabusco; il difensore di De Vivo: l’avvocato Mariano Prencipe; quelli di parte civile: gli avvocati Fabio Albino, Domenico Fiorda, Roberto D’Aloisio. La corte, presieduta dal giudice Salvatore Casiello, giudice a latere Federica Adele Deisanti e i giudici popolari.

Processo de vivo micatrotta
Processo de vivo micatrotta
Processo omicidio Micatrotta De Vivo
Processo omicidio Micatrotta De Vivo

L’avvocato Prencipe chiede a stretto giro che venga acquisito il verbale dell’udienza preliminare del 17 novembre 2022 perché in quella sede “abbiamo chiesto la definizione del procedimento con il rito abbreviato. A fronte della sopravvenuta aggravante della premeditazione – dice  – qualora questa dovesse venire meno l’imputato avrebbe diritto alla riduzione di un terzo della pena”.

Richiesta accolta dalla Corte e si apre il dibattimento.  La Sabusco elenca le prove : esame dei testi, referti del 118 e del pronto soccorso di Cristiano, l’esito dell’ispezione medico legale esterna, le foto dei carabinieri sulla scena del delitto, i tabulati delle telefonate di Giovanni De Vivo, Cristiano Micatrotta e Alessio Madonna. I cd delle chiamate al 112 e al 118 con relativa  trascrizione. Il registro delle chiamate fra De Vivo e Madonna, la trascrizione di quelle fra Madonna e Di Maio, De Vivo e la compagna di quest’ultimo, quelle delle intercettazioni ambientali nella caserma dei carabinieri la notte dell’omicidio e l’hard disk dei telefoni sequestrati.

L’avvocato di Giovanni De Vivo chiede il controesame dei testimoni, l’esame dei propri testi, quello dell’imputato, quello dei documenti quali – fra gli altri – il referto del 118 su sullo stesso indagato.

Processo omicidio Micatrotta De Vivo
Processo omicidio Micatrotta De Vivo

Si associa all’acquisizione di una copia informatica dei telefonini ma chiede che per la documentazione del Pm si introduca la trascrizione delle intercettazione ambientali e di alcune chat ad opera di un perito. “Chiediamo  – dice in aula Prencipe – che su queste prove venga espletata perizia. Sia per l’intercettazione ambientale effettuata in caserma il 25 dicembre, sia per la trascrizioni delle chat perché alcune non sono soltanto scritte ma contengono anche messaggi vocali e vanno quindi individuate le persone e il tenore. Per le ambientali – specifica il legale – esiste, in alcuni tratti, una seria serie di ‘incomprensibile’,  quindi chiedo la nomina di un perito per recuperare quello che i carabinieri non sono riusciti a fare”.

Si sospende per valutare le richieste dell’avvocato Mariano Prencipe. E qui il colpo di scena: tra le richieste del difensore di De Vivo c’è quella di ammettere nella lista dei testimoni la Tescoma spa, società che produce coltelli fra cui l’arma del delitto.  E viene fuori che il 25 dicembre i carabinieri fra le tante perquisizioni, controllano anche la casa di Alessio Madonna che dà esito negativo. Ma il 27 dicembre quando i militari tornano a casa di Madonna, trovano coltelli simili a quello che ha ucciso Cristiano Micatrotta, seppure di marca diversa. L’avvocato Prencipe produce le foto, prese da internet, perché quelle dei carabinieri sono “in bianco e nero” e chiede che a deporre sull’arma sia la stessa società di produzione. Perché? L’avvocato Prencipe non lo dice. Ma dopo un momento di sospensione, la corte ammette prove e testimoni.

Gli avvocati Fiorda e Albino precisano che l’arma trovata a casa di Madonna non è “della stessa marca rinvenuta sull’arma del delitto” e quindi “vedremo – continua Fiorda – in sede di processo cosa accadrà”.

Tantissimi i testimoni. L’avvocato D’Aloisio, alla fine dell’udienza parla di “processo lungo e complesso”. Sono 35 i testi della pubblica accusa, 22 quelli della difesa di Giovanni De Vivo.

La corte, alla fine dell’udienza ammette tutte le richieste e dispone la nomina di un perito per la valutazione delle conversazioni registrate con l’intercettazione ambientale nonché per le trascrizioni delle chat vocali.

Si torna in aula il 2 marzo alle 9 e 30.

leggi anche
Processo omicidio Micatrotta De Vivo
Campobasso
Omicidio Micatrotta, il pm chiede 21 anni e 3 mesi per De Vivo. “Esclusa premeditazione”. Via alle conclusioni della parte civile
commenta