L'intervento

Da Confindustria un Sì convinto a eolico e fotovoltaico: “Carburante di cui il Sud è ricco”

Il presidente degli industriali Vincenzo Longobardi a favore degli impianti di energia rinnovabile sia a terra che in mare. "Materia che va svincolata dalle logiche che normalmente si dibattono sui micro-territori"

Sì all’energia rinnovabile, senza preclusioni. Il Presidente di Confindustria Molise Vincenzo Longobardi interviene sui programmi di investimento di energia rinnovabile a mare e a terra facendo intendere di essere a favore pur senza entrare nel merito dei singoli progetti.

“Ci sorprendono, ma non ci stupiscono, le contrapposizioni registrate nelle ultime settimane sulle iniziative relative alla produzione di energia rinnovabile programmate in Molise. Le posizioni espresse contro gli investimenti di energia green (impianti eolici a mare e a terra) ricalcano un cliché ideologico avulso dal momento storico in cui viviamo e dagli obiettivi posti dall’Europa sulla transizione energetica.

Tutte le opinioni meritano un doveroso rispetto, ma alla luce della crisi energetica che ha costretto l’Italia e molti Paesi dell’Unione a correre ai ripari, dovremmo con maggiore consapevolezza e senso di responsabilità capire che la situazione va cambiata”.

Longobardi era intervenuto venerdì scorso in collegamento on line con l’incontro pubblicoVerso un Molise a emissioni zero’. “Le contrapposizioni espresse fino ad ora – prosegue il numero uno degli industriali – ci sorprendono perché diventare indipendenti nella produzione di energia attraverso le rinnovabili è un passaggio necessario. Non possiamo affidare il nostro futuro a Paesi instabili dai quali importiamo gran parte dell’energia. Nel contempo dobbiamo far crescere l’uso delle fonti alternative fino a raggiungere la quota al 45% in più rispetto ad oggi entro il 2030 (come indicato nel REPowerEu, il piano per la transizione ecologica stilato dall’Unione Europea) per contrastare il cambiamento climatico. L’abbattimento della CO2 dovrebbe essere un interesse comune, ma soprattutto nelle corde di coloro che oggi si oppongono alle rinnovabili.

Strategicamente l’Italia è fra i Paesi con la più alta dipendenza energetica dall’estero: nel 2021 il 77% del fabbisogno energetico nazionale è stato soddisfatto dalle importazioni di combustibili fossili (gas, petrolio e carbone), mentre il restante 23% dalla produzione nazionale (soprattutto grazie alle fonti rinnovabili).

L’Italia non dispone di riserve di combustibili fossili particolarmente estese, accessibili ed economiche, ha rinunciato al nucleare e pur volendo puntare di più sulla produzione domestica di combustibili fossili (solo gas e petrolio, perché di carbone invece non ne abbiamo per nulla, accedendo a risorse non ancora pienamente accertate), potremmo arrivare a coprire solo qualche punto percentuale in più del nostro fabbisogno di energia e solo per pochi anni”.

vincenzo longobardi confindustria

Longobardi si chiede quindi cosa serve per cambiare questo stato di cose. “Ma allora come possiamo affrontare questa sfida epocale di indipendenza energetica dall’estero? Come ha recentemente indicato la stessa Commissione europea, è necessario ridurre i consumi di energia da fonti fossili a favore delle fonti rinnovabili, che oltre ad essere pulite sono anche inesauribili e “nazionali”.

Le energie rinnovabili sono l’unica via, a meno di non riaprire un dibattito sul nucleare di nuova generazione, per ridurre la dipendenza della nostra economa dalle importazioni di energia e dalla volatilità dei prezzi, evitando le speculazioni e dunque gli aumenti insostenibili dei costi energetici per cittadini e imprese.

In questo quadro l’elettricità prodotta da fonti rinnovabili rappresenta il motore economico e culturale della transizione energetica, un motore alimentato da un carburante di cui il Mezzogiorno è particolarmente ricco: sole e vento.

Questa materia, perciò, andrebbe svincolata dalle logiche che normalmente si dibattono sui micro-territori, senza prescindere dalla verifica puntuale sulla compatibilità economica e imprenditoriale delle iniziative programmate. Ciò significa che vogliamo aprire la strada all’eolico e alla transizione green, stando però molto attenti a non dar spazio a imprese e finanza “inquinate”.

L’Italia e l’Europa devono lavorare assieme per una piena sovranità energetica e tecnologica.

La transizione energetica costituisce una straordinaria opportunità di crescita per il nostro Paese, favorendo la supply security (sicurezza nell’approvvigionamento) e l’indipendenza tecnologica, oltre che la sostenibilità ambientale”.

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