Dopo le dimissioni del sub-commissario papa

Caos sanità, Radioterapia e rimborsi gonfiati: il Ministero preme per “risolvere” ma non spiega come

Il Governatore e commissario ad acta Donato Toma: "Grande perdita Giacomo Papa nel ruolo di sub-commissario. Il prossimo vice deve essere concordato con me, non si può lavorare al risanamento dei conti pubblici nell'incertezza".

Il Governatore Donato Toma è amareggiato per le dimissioni dell’avvocato Giacomo Papa dall’incarico da sub. “Lo sapevo da martedì, dopo l’incontro a Roma. Mi dispiace, certamente: Papa è un grandissimo professionista e a questo punto posso solo augurarmi che torni a fare il mio consigliere giuridico”. Di più il commissario ad acta non dice, ma a questo punto è chiaro che l’atmosfera che si respira tra Campobasso e Roma non è delle migliori. Serenità? Nemmeno l’ombra. Quello che trapela è che la riunione romana con il capo del Gabinetto del Ministero della Salute è stata, come dire, “spiazzante”. E che alla base della decisione dell’ormai ex sub-commissario c’è stata la consapevolezza che proseguire sulla strada del rigore contabile (che ha fatto risparmiare alla Regione 15 milioni di euro, senza considerare il pregresso) sarebbe stato impossibile. La volontà del Ministero di trovare un accordo su Radioterapia senza dare indicazioni su come questo accordo debba essere messo nero su bianco ha spianato la strada a dimissioni “irrevocabili”.

Non c’entra molto – o non c’entra per nulla, a sentire la struttura commissariale – la questione della presunta incompatibilità. Era stata l’Anac, sollecitata da esponenti politici della Regione, a evidenziare un possibile conflitto di interessi dietro il ruolo di Papa, che ha difeso in passato sia l’azienda sanitaria regionale del Molise che le cliniche private in tanti giudizi legali essendo avvocato. “Ma – aveva precisato interpellato sul punto – nel momento in cui sono stato nominato subcommissario, nel marzo 2022, ho rinunciato a tutti gli incarichi che implicassero azioni e decisioni della struttura commissariale della quale faccio parte, e naturalmente non ho più accettato incarichi nuovi”. Secondo Toma “non esiste alcun profilo di incompatibilità, e di questo sono oltremodo convinto”.

Tuttavia pare, a dare credito ad alcune indiscrezioni che circolano, che non fosse dello stesso avviso il ministro della Salute Orazio Schillaci, il quale avrebbe parlato di “qualche criticità” riferendosi proprio al sub. Giacomo Papa aveva messo in conto la revoca, come sostiene da tempo, ma questo non gli ha impedito di portare avanti avanti il suo lavoro. Poi, è evidente, è accaduto altro.

La sua decisione sembra legata alla “impossibilità di lavorare con serenità” e al venir meno di “determinate condizioni” proprio dopo l’incontro a Roma con i funzionari del ministero della Salute che hanno chiesto di trovare un punto di sintesi tra struttura commissariale e Gemelli Molise senza indicare gli strumenti normativi e le modalità attraverso le quali porre fine allo scontro in atto.

Quanto abbia contato, nella decisione dell’avvocato Papa di lasciare l’incarico al quale era approdato con nomina del Consiglio dei Ministri il 31 marzo 2022, la questione di radioterapia del Gemelli e dei tetti di spesa sforati, in questa vicenda, nessuno può dirlo. Nessun vuol dirlo. Però è stato proprio Papa qualche giorno fa a portare “in piazza”, fornendo i dati in conferenza stampa, i conti dell’ospedale privato convenzionato che eroga le prestazioni di radioterapia evidenziando che i rimborsi presentati erano gonfiati rispetto al protocollo delle liquidazioni al quale deve attenersi scrupolosamente il commissario.

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Papa non è stato l’unico, a dirla tutta, a riscontrare determinate anomalie nelle “note spese” dell’ospedale di contrada Tappino. Lo aveva già fatto, poco prima di lasciare il vertice di commissaria ad acta della sanità molisana per il piano di rientro (fine luglio 2021), anche Flori Degrassi, la quale in due lettere inviate rispettivamente al Neuromed e al Gemelli aveva evidenziato un esubero di conti come liquidazione per attività sanitarie rispettivamente di 46 milioni di euro e di 38 milioni, ipotizzando per gli anni fino al 2014 e dunque per attività sanitarie pregresse un possibile danno erariale secondo la Procura della Corte dei Conti.

Che accordo si troverà ora, e con quali strumenti normativi, è ancora presto per dirlo. L’unica certezza al momento è che a firmare, con il commissario ad acta, i futuri Dca e i provvedimenti, non sarà Giacomo Papa. Ma sul passaggio di testimone Toma sembra avere le idee chiare: “Non si pensi che il prossimo sub possa essere scelto senza una condivisione con il sottoscritto. Il lavoro che sto portando avanti nel ruolo di vertice della struttura commissariale per risanare i conti e garantire una sanità pubblica degna di questo nome non può bypassare questo aspetto”.

E precisa, a scanso di equivoci: “Condividere non equivale a sentire”, come si legge nelle formule di rito (“sentito il Commissario, sentito il presidente”, eccetera). “Ognuno si assuma le responsabilità di quello che fa o di quello che non fa – chiosa il presidente – io me le assumo, e lo sto dimostrando, ma solo fino a quando ci saranno le condizioni e sarò messo in condizione di poter lavorare”.

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