Il grido d'allarme

Autonomia differenziata, la segretaria Uil Boccardo: “Sanità molisana a forte rischio”

"Un ulteriore salto indietro per il Sud che determinerà un aumento del divario con le altre regioni e che farà crescere la fuga verso il Nord".

Autonomia differenziata. Un tema che sta scaldando il dibattito politico e non solo. “La sanità molisana sarà ulteriormente a rischio con la riforma per l’autonomia differenziata – afferma la segretaria della Uil Molise, Tecla Boccardo -. Un ulteriore salto indietro per il Sud che determinerà un aumento del divario con le altre regioni e che farà crescere la fuga verso il Nord e un aumento dei costi per la mobilità passiva”.

A tutto questo si aggiunge “la precarietà attuale del nostro sistema sanitario determinata dalle scelte di questi ultimi mesi e da anni di programmazione sbagliata che ha portato al commissariamento della sanità molisana ormai da 14 anni. Un commissariamento fallimentare che andrebbe a sua volta eliminato per l’inadeguatezza e gli obiettivi negativi raggiunti, sia in termini di risposte ai malati che per l’esponenziale aumento del debito. Situazione ancor più pericolosa in questo momento, proprio per le scelte messe in campo dalla struttura commissariale e che complicheranno ulteriormente l’accesso alle terapie salvavita, bloccando di fatto l’accesso alle cure presso le strutture molisane dei pazienti provenienti da fuori regione”.

Tecla Boccardo

Tecla Boccardo punta il dito contro le scelte attuate finora: “In Molise non si cureranno né i molisani né i pazienti provenienti da altre regioni, questa in sintesi la grande “rivoluzione sanitaria” messa in campo con il piano di rientro dalla struttura commissariale. Scelte che potrebbero mettere a rischio centinaia di posti di lavoro, oltre che peggiorare ulteriormente la qualità della vita dei molisani”.

Ecco perché, incalza, “chiediamo a tutta la politica di fermare queste scelte mettendo al centro le persone e i suoi bisogni. Gli ospedali pubblici molisani, con condizioni strutturali sempre più deficitarie, non attraggono più medici e si svuotano giorno dopo giorno, con il conseguente stop dei reparti o con funzionalità ad intermittenza come accade ormai sempre più spesso nei presidi ospedalieri. Il sistema privato, mai integrato con quello pubblico, subisce di fatto il blocco delle prestazioni a seguito di queste scelte “rivoluzionarie”. Così l’unico obiettivo raggiunto è il taglio dei servizi sanitari. La situazione peggiora in particolare per il trattamento salvavita dei malati oncologici, perché, con la modalità messa in atto dal decreto n.1/2023 di fatto si potrebbe complicare l’accesso alla radioterapia nell’unica struttura privata esistente in Molise, determinando incertezze sulla possibilità di curarsi e di poter fare un ciclo terapeutico Tutto questo è inaccettabile”.

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