Ciak si gira... silenzio in aula

A processo per violenza di genere, ma è una simulazione per gli studenti

I ragazzi delle quinte classi delle scuole superiori a tu per tu con i professionisti della giustizia, alla scoperta delle regole del codice di procedura penale e della salvaguardia del concetto di legalità

L’aula del Tribunale di Campobasso gremita di studenti delle quinte classi degli istituti “Pertini” e “Galanti”. L’occasione, quella della simulazione di un processo che, come ha spiegato l’avvocato Fabio Albino, “è relativo a una vicenda inventata ma aderente a molti fatti di cronaca giudiziaria”. Si affronta la violenza di genere.

Un processo simulato ma fedelissimo alla realtà. Ma i veri protagonisti sono stati i ragazzi, alle prese con le regole del codice di procedura penale durante una mattinata a tu per tu con giudici, pm e avvocati che nello svolgimento di quella che è una normale udienza processuale non si sono risparmiati nell’affrontare con gli studenti le regole della giustizia, quelle di un giusto processo, i rischi e le conseguenze della commissione di un reato, ma anche l’urgenza di salvaguardare sempre e comunque il concetto di “legalità”.

Processo simulato
Processo simulato
Processo simulato
Processo simulato

L’avvocato Fabio Albino (a latere del giudice) interviene – step by step – per spiegare alla platea, attenta e silenziosa, quello che accade: regole, norme, svolgimento delle udienze. Le stesse che, tutti i giorni, animano il Palazzo di giustizia di viale Elena.

Si simula dunque il dibattimento sul caso di un ex fidanzato che ha perseguitato e maltrattato la sua fidanzata. Si ricostruisce il processo con protagonisti gli avvocati del Foro di Campobasso che si sono divisi le parti di imputato, parte offesa, rispettivi legali, giudici con tanto di toga e testimoni. Una lezione di legalità, di prassi processuale, un confronto diretto con il mondo della giustizia, spesso lontano dalle giovani generazioni.

E i ragazzi delle scuole di Campobasso hanno vissuto un’esperienza senz’altro proficua. “Tutto è nato – ha spiegato Fabio Albino – dall’intento di diffondere quanto più possibile il concetto di legalità e di diritto. Abbiamo iniziato nelle scuole, ora ci ritroviamo in un’aula di tribunale dove i più giovani davvero respirano quello che studiano sui libri. Questo mese di febbraio abbiamo tutti i venerdì calendarizzati, ma a fronte del successo riscontrato ammetto che abbiamo già impegnato anche il mese di marzo. E’ una formula che piace, non annoia. E i ragazzi partecipano con entusiasmo”.

 

Bravissimi gli “attori-avvocati”. Convincente e ricca di pathos l’interpretazione e decisamente azzeccato anche il tema scelto. Una vicenda che mette in guardia i giovani dai rischi della prevaricazione, dell’abuso, della violazione delle norme, della violenza in ogni sua sfaccettatura.

Un format molto apprezzato anche dai docenti che – hanno detto – non esiteranno a proporre l’esperienza anche alle classi del prossimo anno.

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