Una casa per domani

Vivere da soli, la nuova vita di 13 ragazzi con la sindrome di Down in un appartamento di Campobasso. Ad inaugurarlo arriva Luca Trapanese

Si chiama “Una casa per domani” perché questa, per loro, non è soltanto una casa. È un progetto che potrebbe realizzarli totalmente insegnando loro a vivere da soli. Fatto normale per i giovani che, una volta adulti, lasciano la casa dei genitori e imboccano la strada dell’autonomia. Rischia invece di essere un traguardo impossibile per le persone disabili, che una volta rimaste senza la famiglia d’origine, senza il supporto dei genitori, potrebbero ritrovarsi a non saper far fronte ai loro bisogni essenziali. Ecco perché, l’autonomia abitativa è uno degli obiettivi che l’Associazione Italiana Persone Down con sede a Campobasso e che fa capo a Giovanna Grignoli, si è posta di raggiungere. Così a settembre scorso nasce il progetto “Una casa per domani”. Un appartamento individuato in via Roma, dove 13 ragazzi con la sindrome di Down, sono stati coinvolti in un “esperimento” come lo definisce Giovanna Grignoli “per avviarli alla vita senza i genitori, quindi alla completa autonomia”.

“A rotazione – spiega – gruppi di 4 ragazzi si alternano (una settimana al mese) in questa casa. Lavorano, cucinano, rassettano… vivono la vita da adulti e quindi si rafforza sempre di più sia l’autonomia della quotidianità e si comincia a capire che si può vivere una vita tranquilla anche con altre figure di riferimento che non siano quelle della famiglia”.

Ragazzi down cb
Ragazzi down cb

L’appartamento sarà ufficialmente inaugurato il 25 gennaio prossimo e ad aprire il portone di casa un ospite d’onore: Luca Trapanese. Già proprio lui, il papà di Alba ormai famoso in tutt’Italia. Originario di Marzano Appio, assessore al Welfare del Comune di Napoli, Luca è il papà single di Alba, una bimba di 5 anni con la sindrome di Down. Sarà a Campobasso il 25 gennaio per condividere con il pubblico campobassano  la sua testimonianza di genitore profondamente innamorato della sua piccola, al punto da scegliere di allevarla da sola quando fu abbandonata dopo la sua nascita.

“Questo progetto – spiega Giovanna Grignoli – è anche una risposta che vogliamo dare a tutti quei genitori che sono preoccupati per il futuro dei loro figli con la sindrome di Down ma, e mi piace sottolinearlo, è anche una dimostrazione di rispetto, da parte delle famiglie, nei confronti di questi ragazzi che scelgono di andare a vivere da soli. Sì, perché spesso molti genitori a causa di paure e incertezze, non sono d’accordo su questa decisione mentre i loro figli hanno proprio voglia di vivere la loro autonomia”.

Con loro c’è sempre un operatore durante la notte mentre il giorno ruotano figure di riferimento con le quali fanno esperienze di tutti i tipi dalla gestione della casa fino alla cura della persona, al tempo libero e tutto ciò che fa parte di una vita normale. “E’ un progetto ideato da noi – conclude Giovanna Grignoli – finanziato da Banca Intesa, e purtroppo rischia di chiudere i battenti entro la fine dell’anno. Io, ovviamente, mi auguro non sia cosi. Auspico una svolta con la legge ‘Dopo di noi’ e che quindi la Regione Molise utilizzi le risorse previste per continuare a consolidare la ‘normalità’ di questi ragazzi”.

 

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