Adrifest

Spirituale e popolare, il ‘regalo’ di armonia di Luca Ciarla a Termoli. Suggestivo concerto in Cattedrale

Gran finale per la prima edizione dell'Adrifest, di scena a Termoli e non solo dal 28 dicembre. Ieri, 7 gennaio, il congedo (che è invero un arrivederci) con l'esibizione del violinista termolese nella splendida cornice del Duomo

In una mite serata di luna piena un suggestivo concerto in Cattedrale ha ‘salutato’ la prima edizione dell’Adrifest. A chiudere, ieri 7 gennaio, il tour di appuntamenti (non solo concerti) è stato il violinista termolese Luca Ciarla, direttore artistico della manifestazione.

È stato lui, con il suo raffinato strumento, a dare così l’arrivederci alla seconda edizione (che sarà a giugno) della kermesse da lui ideata e che ha portato, come reca impresso il sottotitolo, un ‘mare di cultura’ a Termoli e più ad ampio raggio nel Basso Molise. Lo ha fatto con un’esibizione dai tratti intimi, riuscendo a creare con il pubblico uno scambio emozionato ed emozionante.

Nella splendida Cattedrale romanica, gioiello termolese, l’artista che con il suo violino e la sua loop machine ha girato il globo ha proposto ai suoi concittadini l’ineffabile progetto ‘Ad occhi chiusi’, originale miscela di musica sacra e canti tradizionali. Il tutto arricchito dall’elettronica che Ciarla utilizza per la sua sperimentazione musicale e che finisce per regalare all’ascoltatore la percezione sonora di un’orchestra dove a vincere è l’armonia e la consonanza di tutti i suoni.

Un progetto musicale che, come ha raccontato il musicista nel corso della incantevole serata, ha avuto un’anteprima a Gerusalemme e poi ha debuttato con grandissimo successo al Festival di Musica Sacra di Goa, in India.

 

Un ‘nuovo’ ritorno alla sua città natale, come artista e stavolta anche come organizzatore di eventi, per Luca Ciarla dopo il concerto dell’estate 2021 nell’ambito del Termoli Jazz e i più ‘remoti’ festival. “Non avevo mai suonato in vita mia qui, nel Duomo. È un’emozione unica”. E l’emozione è stata unica anche per i tanti che hanno affollato la Chiesa e che si sono lasciati ‘cullare’ dalla inusitata esperienza musicale che – nell’intenzione e nella creatività dell’artista – è nata per riconciliarsi con la natura e con l’universo.

 

E dunque arrangiamenti della tradizione sacra e musica spirituale originale, ma anche canti della tradizione popolare (come quello termolese del Sant’Antonio). Non sono mancati poi momenti in cui lo scambio con gli astanti ha assunto i toni più carezzevoli, come quando il musicista ha guidato il pubblico a canticchiare con lui il tema di Nuovo Cinema Paradiso o, ancora, l’Aria sulla quarta corda di Bach.

Per concludere, la carezza finale. Ciarla, imbracciando stavolta il violino a mo’ di chitarra acustica, si è avvicinato al pubblico e, tra una fila e l’altra della navata centrale, si è congedato sulle dolci note di Over the rainbow. Sempre ad occhi chiusi.

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