L'amarezza della famiglia di giuseppe pio

Mandato in coma con un pugno, dopo due anni altro rinvio per il processo

Udienza preliminare rinviata a giugno per il 16enne indagato per lesioni personali. Ma i due che colpirono il ragazzo cresciuto a Termoli non sono imputabili a causa dell'età

È stata rinviata al giugno prossimo l’udienza preliminare nei confronti dell’unico ragazzo, oggi sedicenne, imputabile per l’aggressione nei confronti di Giuseppe Pio D’Astolfo, un ragazzo cresciuto a Termoli, che venne aggredito il 17 ottobre 2020 a Lanciano. Colpito con un pugno, il giovane oggi ventenne, finì in coma nel quale riuscì a svegliarsi dopo un mese, ma ancora oggi accusa perdite di memoria a breve termine e difficoltà di concentrazione.

L’udienza preliminare si sarebbe dovuta svolgere ieri al Tribunale per i minorenni dell’Aquila ma è stata rinviata per incompatibilità del giudice Roberto Ferrari che nel dicembre 2020 aveva svolto la funzione di Giudice delle indagini preliminari firmando l’ordinanza di misura cautelare nei confronti dell’unico imputato di oggi, il sedicenne rom G. B. G.

Questo rende quindi incompatibile il giudice ed è il motivo per cui l’udienza è stata aggiornata al 5 giugno prossimo. La parte offesa, Giuseppe Pio e la sua famiglia, è assistita dall’avvocato Giovanni Mangia del foro di Pescara mentre l’avvocato difensore dell’imputato è l’avvocato Vincenzo Menicucci del foro di Lanciano. Per il ragazzo il pm Lorenzo Maria Destro ha chiesto il rinvio a giudizio con le ipotesi di reato di lesioni personali gravi e le aggravanti di aver commesso il fatto con più persone e per futili motivi.

Tuttavia le indagini dei carabinieri hanno stabilito come non sia stato lui a sferrare il pugno che ha mandato in coma il giovane. Sarebbero stati altri due ragazzi, entrambi tredicenni anche loro rom, a colpire Giuseppe Pio, ma i due adolescenti non sono imputabili a causa dell’età.

Comprensibile l’amarezza della famiglia. “Dopo due anni e tre mesi anche questo. Le nostre lacrime non valgono niente. Ci sentiamo abbandonati”.

Nei mesi scorsi Giuseppe Pio era tornato a vivere a Termoli, città nella quale aveva trascorso la sua adolescenza e che gli era rimasta nel cuore.

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