Sanità penitenziaria

Dottori insufficienti per l’assistenza sanitaria in carcere, problemi a Larino: si cercano 2 medici

L'Azienda sanitaria regionale ha pubblicato l'avviso per reperire due medici di continuità assistenziale che dovranno prestare servizio nella struttura penitenziaria frentana. La carenza di camici bianchi per i detenuti era stata denunciata dalle associazioni Cittadinanzattiva e Antigone Molise

Sono destinati a prendere servizio nel carcere di Larino i due medici di continuità assistenziale che l’Azienda sanitaria regionale sta cercando. L’avviso per conferire due incarichi provvisori è stato pubblicato ieri – 17 gennaio – dal momento che il numero dei ‘camici bianchi’ incaricati dalla stessa Asrem sulla base dell’elenco approvato lo scorso 28 dicembre non è sufficiente a soddisfare il fabbisogno di personale da dedicare all’assistenza penitenziaria nella casa circondariale frentana. La difficile situazione è stata descritta anche dalla dirigente responsabile del Servizio sanitario e Tutela della salute in carcere in una riunione che si è svolta nella sede di via Petrella.

L’avviso pubblicato dall’Asrem sarà riservato ai medici inclusi nella graduatoria aziendale e avranno un contratto “per una durata non superiore ai 12 mesi o comunque fino al conferimento degli incarichi a tempo indeterminato che saranno conferiti prioritariamente ai medici residenti nell’ambito dell’azienda sanitaria regionale del Molise e successivamente a quelli residenti fuori regione”, si legge sull’avviso. I due incarichi prevedono un servizio per 24 ore settimanali ciascuno.

L’Azienda sanitaria cerca così di rispondere all’ emergenza denunciata da Cittadinanzattiva e Antigone Molise che poco prima di Natale hanno presentato un dossier per segnalare “i gravi deficit in termini di diritti di salute per i detenuti”. Attualmente Larino è il carcere con il maggior numero di persone recluse: ne sono 149 (rispetto ai 117 previsti dalla normale capienza), come come riscontrato dalle due associazioni. Nell’indagine Antigone Molise e Cittadinanzattiva hanno rilevato una serie di casi di autolesionismo, un tentato suicidio e aggressioni ai danni del personale. L’ultimo grave episodio si è verificato gli inizi di gennaio: un agente di polizia penitenziaria è stato ferito da due detenuti che l’hanno colpito con il contenuto di un estintore.

Nel carcere di Larino inoltre manca un medico presente 24 ore su 24, gli psichiatri e gli psicologi a disposizione dei detenuti garantiscono rispettivamente 3 e 6 ore di presenza. Nel dossier le due associazioni hanno riferito anche di sei tossicodipendenti attualmente in trattamento e di 70 persone che fanno regolarmente uso di sedativi o ipnotici come le benzodiazepine, una decina di reclusi inoltre assume farmaci antipsicotici e antidepressivi. A fronte di questa difficile situazione, il medico e l’assistente sociale del Sert sono presenti solo una volta a settimana.

La carenza di medici dovrebbe essere stata risolta negli istituti penitenziari di Campobasso e Isernia, quest’ultimo visitato cinque giorni fa dalla Garante regionale dei diritti Paola Matteo che aveva lanciato un appello alle autorità sanitarie dopo aver certificato le criticità nel garantire le prestazioni sanitarie dei reclusi.

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