Non è stata una marcia per la pace particolarmente affollata quella di oggi a Campobasso ma il messaggio ha trasmetto lo stesso calore. La stessa profondità. Dunque, l’obiettivo, al di là delle presenze è stato centrato. Il ‘no alla guerra‘ certo, ma anche la cultura del rispetto che parte innanzitutto dall’abolizione del concetto di diversità intesa come discrimine. Si è diversi certo. Lo si è anche nelle idee, nel credo, nei valori, nelle origini. “Si è inevitabilmente diversi – dice Luca, manifestante – ma nella diversità siamo uguali. Quindi il rispetto dell’altro nasce da qui. E rispettando l’altro in tutte le sue sfaccettature verrà naturale costruire insieme piuttosto che distruggere”.
L’appuntamento è alle 16 in Piazza San Francesco. Ci sono anche i bambini della scuola “Montini”. Loro, a scuola, si sono confrontati a lungo sul tema della guerra. Sul perché delle guerre. E su quanto sia importante la solidarietà e la condivisione. Hanno le idee ben chiare: “La guerra va evitata in ogni modo – dice Sofia – perché a causa della guerra si distruggono vite, sogni e speranze”.
La manifestazione è stata organizzata dalla Diocesi e c’è monsignore Giancarlo Maria Bregantini che prima di iniziare il cammino verso il centro cittadino, celebra una benedizione per tutti i presenti ma anche per quelli che non hanno potuto partecipare. L’intervento di sostenitori e manifestanti e quello dei sindaco Roberto Gravina, presente assieme a molti colleghi di Palazzo San Giorgio. Nell’organizzazione c’è la Caritas, ci sono le sigle sindacali, c’è il periodico “Bene Comune” e ci sono le associazioni di volontariato. Insieme hanno camminato lasciando la chiesa dei Cappuccini verso Piazza Municipio. Qui, gli ultimi momenti di riflessione, poi il rientro a casa con una speranza in più.
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