Dopo il caso a termoli

Guardia medica, cartone al posto del vetro rotto. Fanelli: “Appelli inascoltati, tutte le sedi del Molise non sono sicure”

“Da un censimento dell’Ordine dei Medici sui trentadue ambulatori di continuità assistenziale dei distretti di Campobasso e Termoli, si rileva, ancora nel 2023, la mancanza dei presidi di sicurezza essenziali e perfino la carenza di siringhe e garze", scrive la consigliera regionale del Pd.

“Quello della mancanza di sicurezza delle sedi delle Guardie Mediche non è un problema recente e sconosciuto, ma una triste consuetudine che in Molise va avanti da anni, senza che l’Asrem né tanto meno la Regione o la struttura commissariale, siano mai intervenute seriamente”. A scriverlo è Micaela Fanelli, consigliera regionale del Pd, che si riallaccia al recente episodio avvenuto a Termoli nella sede di via del Molinello dove le dottoresse in turno nella notte tra il 6 e il 7 gennaio sono state aggredite verbalmente e la porta di ingresso mandata in frantumi.

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Il vetro infatti, come si vede nella foto e come ci conferma la Guardia Giurata presente oggi nel gabbiotto attiguo, è stato momentaneamente sostituito da un pannello di compensato.

Per il resto tutto resta uguale a prima ed è percepibile, affacciandosi all’interno della sede e guardandosi intorno, la scarsa sicurezza dell’ambulatorio. Ambulatorio che – prima dello scoppio dell’epidemia del Covid-19 – si trovava presso l’ospedale San Timoteo, in locali adiacenti al pronto soccorso. La sede attuale è da sempre oggetto di critiche e di proteste da parte – anche – di chi ci lavora. Una sede inadeguata all’esterno e all’interno. Il cartello posto all’ingresso recita ‘telefonare prima di entrare’: il che suona un po’ come una beffa. D’altra parte la sede non è attrezzata neanche con sedie all’interno a mo’ di sala di attesa. Se ci sono più utenti si rischia dunque di dover aspettare fuori.

Ciò non toglie nulla alla gravità di quanto successo e di quanto fatto dagli utenti che hanno utilizzato modi violenti a danno degli operatori sanitari presenti e della struttura.

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Ma il problema non è confinato a Termoli e non nasce ora: come ricorda la consigliera Fanelli “Da un censimento dell’Ordine dei Medici sui trentadue ambulatori di continuità assistenziale dei distretti di Campobasso e Termoli, si rileva, ancora nel 2023, la mancanza dei presidi di sicurezza essenziali e perfino la carenza di siringhe e garze.
Eppure, già nel 2019, dopo l’aggressione di un dottore nella Guardia Medica di Colletorto, il Consiglio regionale, su mia proposta, adottò una specifica mozione che impegnava il Presidente della Giunta a fornire indicazioni all’Asrem e alla struttura commissariale per la predisposizione della mappatura e della localizzazione dei presidi territoriali di continuità assistenziale, al fine di elaborare un piano di sicurezza.
Quindi a realizzare impianti di video sorveglianza, anche di concerto con i Comuni, presso le sedi delle guardie mediche, a dotarle di maggiore illuminazione, di videocitofono ed a ristrutturare i presidi di continuità assistenziale, di concerto con i Comuni, a tutela della sicurezza e della dignità degli operatori del servizio”.

Nulla di tutto ciò ‘abita’ in Molise e nelle sue ‘fatiscenti’ sedi a garanzia della Continuità assistenziale.

“Tutti impegni rimasti lettera morta, questo come innumerevoli altri, nell’indifferenza più totale di Regione ed Asrem, incapaci di gestire il sistema sanitario, di proteggere gli operatori, di garantire il diritto alla cura dagli ambulatori della continuità assistenziale, fino ai reparti ospedalieri”, rincara Fanelli.

“E mentre i molisani attendono ancora il Decreto Molise per l’abbattimento del debito, sbandierato da tutto il centrodestra in campagna elettorale come un risultato da cogliere nell’immediato delle ultime elezioni, il ‘tira a campare’ di questa amministrazione regionale ha già trasformato la nostra terra in un deserto sociale, sanitario ed economico, con i proclami politici che cozzano tristemente con la realtà delle cose.

E se la sanità regionale non è ancora collassata – conclude la consigliera dem – lo si deve solo all’abnegazione degli operatori sanitari, medici, infermieri, OSS, tecnici, sui quali ricade ingiustamente tutto il peso del fallimento di una classe politica interessata solo alla propria sopravvivenza, che in cinque anni di mandato non è stata capace di invertire la rotta, ma solo di spingere ulteriormente il Molise verso il precipizio”.

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