Incontri per caso

Alessandra Laterza, libraia sotto scorta perché ha rifiutato il libro di Giorgia Meloni: “Credo in Tor Bella Monaca come voi credete nel vostro Molise”

"Il Molise e la sua gente per molti aspetti mi ricorda il mio quartiere, un quartiere difficile di Roma, dove lavoro ormai da tempo. Me lo ricorda perché spesso si parla del Molise soltanto come la Cenerentola del Paese".

Tor Bella Monaca, conosciuto come quartiere “difficile” di Roma, per Alessandra è “molto altro. Tanto altro”. E su questo non transige. Ci crede e lotta anche per esprimere e raccontare il suo quartiere per “il tanto altro che è”. Alessandra Laterza a Tor Bella Monaca ha la sua libreria “luogo di aggregazione sociale oltre che di cultura”.

Conosce il Molise quando nella sua libreria arriva il libro di Charles Papa “Sette giorni” e se ne innamora. “Ho letto il libro che fra l’altro mi è piaciuto molto, ma interagendo con l’autore, come faccio con quasi sempre, ho scoperto il Molise e le sue bellezze. Una regione e la sua gente che per molti aspetti mi ricorda il mio quartiere dove lavoro ormai da tempo. Me lo ricorda perché spesso si parla del Molise soltanto come la Cenerentola del Paese, la regione più anziana d’Italia, la regione che mette in fuga i giovani, quella senza autostrade, senza infrastrutture, senza  lavoro, senza prospettive. Ho capito – racconta – che non è così, perché al di là delle opinioni diffuse ho conosciuto i molisani. Giovani molisani. Che nella loro terra sono rimasti, che nella loro terra credono nonostante le difficoltà e che con audacia, ostinazione e fiducia, stanno creando tutto ciò che è possibile per tirare fuori dal guado una regione che è molto, molto altro rispetto ai luoghi comuni. Bene – dice con tono perentorio – così è anche a Tor Bella Monica. E il mio futuro è qui. Sì, proprio qui: a Tor Bella Monaca. Così come ogni molisano tenace e fiducioso lo vede nella sua terra”.

Alessandra è la determinazione fatta persona. Audace e appassionata. Lei, una donna di 45 anni e madre di una bambina. Dopo un’assenza lunga 40 anni, è stata la prima ad aprire una libreria nel suo quartiere perché “mancava un luogo di aggregazione sociale – racconta – che avvenisse attraverso la cultura, la lettura di un libro, le riflessioni su quale testo leggere o meno e quelle successive”.

Di ostacoli ne ha incontrati diversi “come tutti coloro che lavorano” sdrammatizza con il sorriso e il tono rassicurante che le è tipico, ma Alessandra è anche la libraia balzata alla cronaca per essersi rifiutata di vendere il libro dell’attuale premier “Io sono Giorgia” e che a causa delle minacce ricevute presumibilmente da gruppi di estrema destra a causa di quel rifiuto, è stata costretta a vivere sotto scorta. Protetta dalla Digos, soltanto recentemente è tornata ad una vita semi-normale. Tuttavia, dice, se tornasse indietro rifarebbe esattamente le stesse cose.

“All’inizio – racconta – quando ho scelto di non vendere il libro scritto da un’autrice che rappresentava la destra che io contrasto (e cioè quella destra che fa narrazioni mancanti di storia) ho creduto di fare quello che ogni cittadino e lavoratore in uno stato democratico è libero di fare nel pieno rispetto dell’altro. Quel libro, che io ho letto, mancava di un editing importante. Ma a quanto pare a qualcuno non è piaciuto e quindi le minacce, le ritorsioni e successivamente la protezione della polizia. All’inizio la mancanza di libertà su me e quindi su mia figlia mi ha disorientata, poi ho capito che invece quella scelta era stata utile. Lo era stata anche per molti ragazzi perché se raccontare il fascismo, raccontare quello che ha rappresentato in Italia, ha bisogno di gesti di risonanza, credo che il mio sia stato utile. Quindi sì lo rifarei”.

Infine il Molise: “A voi  – dice Alessandra – manca un film che vi racconti, così come è accaduto per Tor Bella Monaca con il film ‘Qui vive Jeeg Robot’ che ha certamente mostrato la faccia aspra di questa periferia romana ma anche i tanti volti in più di cui è composto. Ecco, forse l’idea potrebbe essere quella di raccontare un Molise che con il cinema ad avere la promozione e valorizzazione che merita”. 

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