Politica & sanità

7 mesi per una Tac a paziente oncologico. “Basta con la guerra pubblico-privato, trovate una soluzione”

Il capogruppo al Comune di Campobasso Alberto Tramontano denuncia i tempi di attesa per un esame total body attraverso il cup dell'Asrem e invita Toma, in qualità di commissario ad acta, a sanare la situazione sbloccando le prestazioni delle cliniche private. Oltre la vicenda sanitaria, i risvolti politici di una situazione esplosiva

Per sottoporsi ad una tac in un ospedale pubblico un paziente oncologico deve aspettare sette mesi. Se si rivolge ad un centro privato, può farla subito ma deve pagare la ‘bellezza’ di 400 euro. A denunciare i tempi lunghissimi e le criticità della sanità molisana è Alberto Tramontano, capogruppo a Campobasso della Lega, partito di centrodestra che da tempo non fa parte della maggioranza guidata da Donato Toma per via di assessori estromessi (Luigi Mazzuto e Michele Marone) e di consigliere elette (Filomena Calenda e Aida Romagnuolo) approdate in altri partiti.

Il consigliere comunale interviene a gamba tesa in una situazione complicatissima a causa del contenzioso tra le cliniche private accreditate col sistema sanitario regionale e il governatore-commissario Donato Toma. “Un malato oncologico che debba fare accertamenti specifici, ad esempio una Tac Total body, se si rivolge al Cup dell’Asrem in queste ore deve attendere fino ad agosto. È accettabile? Se si rivolge ad un centro privato, seppure con 104 e accompagnamento, deve spendere circa 400 euro per il suddetto esame. È accettabile? Tale situazione pesa sulla vita dei molisani, sulla speranza di vita dei molisani, sulla dignità dei molisani, sulle condizioni economiche dei molisani.

Salvini e Tramontano

In sanità – insiste Tramontano – è necessaria una pacificazione, è necessario che il commissario/presidente Toma trovi una soluzione tempestiva e risolutiva perché l’organizzazione sanitaria molisana garantisca il diritto alla salute di ogni cittadino, soprattutto dei più fragili e dei più indifesi”.

Il riferimento è ai rapporti roventi tra gli operatori privati e il presidente della Regione. L’esponente della Lega, partito che ha da tempo il dente avvelenato contro Donato Toma, non ha dubbi: “È necessaria una vera integrazione funzionale tra pubblico e privato convenzionato (che in Molise è rappresentato da strutture di assoluto livello ed eccellenza: come il Neuromed, il Gemelli e Villa Maria, ad esempio)”. Neuromed fra l’altro è di proprietà di uno dei big del centrodestra molisano, Aldo Patriciello, ormai ai ferri corti con il capo della Giunta regionale tanto da aver presentato ricorso al Tar contro il decreto firmato dallo stesso Toma sui limiti di budget alle strutture private. 

“Basta con inutili rappresaglie che pagano esclusivamente i molisani sulla propria pelle! Non possiamo più rimanere inerti e immobili: occorre dare risposte e soluzioni, non solo ragionieristiche ma che consentano un reale accesso alle cure nella nostra terra”, ribadisce Tramontano.

E’ in generale la sanità molisana ad essere in sofferenza. E il capogruppo del Carroccio lo ricorda: “Abbiamo ospedali pubblici che, nonostante l’abnegazione del personale medico e paramedico, non riescono ad offrire servizi adeguati (invito i decisori politico-amministrativi ad andare nelle corsie dei nostri ospedali pubblici o ai pronto soccorso!). E nello stesso tempo abbiamo strutture private convenzionate che, nonostante abbiano personale medico di assoluto valore e strumentazioni all’avanguardia, non possono erogare le proprie prestazioni”. Quindi, conclude Tramontano accusando Toma, “non è accettabile, non è giusto e non è più possibile accettare una tale situazioneIl Molise e i molisani meritano rispetto”.

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